Foto_per_sitoUna nuova tournèe, dopo il successo di pubblico e incassi dello scorso anno, per la rappresentazione tratta dal “Servitore di due padroni” di Carlo Goldoni, riadattata da Richard Bean (One Man, Two Guvnors). Passando per la Toscana, il Servitore si fermerà a Firenze (il 9 al Teatro della Pergola, ore 20.45), a Pistoia (dal 21 al 23 novembre, al Teatro Manzoni, ore 21 venerdì e sabato, ore 16 la domenica) e a Castelfiorentino (il 24 e 25 novembre, al Teatro del Popolo)

Servo per due Una riflessione diversa su un classico del teatro, Servo per due si presenta come una commedia, con attori che cadono dalle scale, che sbattono le porte, che fanno battute a doppio senso e interagiscono con il pubblico: Pierfrancesco Favino, che cura la regia insieme a Paolo Sassanelli, recita, diverte, canta, balla e dialoga con il pubblico, con un’interpretazione che gli è valsa il premio come miglior attore al Premio Maschere del Teatro 2014; un cast di 21 attori,  accompagnato dall’esecuzione dal vivo di celebri brani dell’epoca (lo spettacolo è ambientato nel 1936 a Rimini) dall’orchestra Musica da ripostiglio, una musica che, più che accompagnamento, è parte integrante dell’azione comica.

La storia Rimini, Pippo, moderno Arlecchino, ha appena perso il lavoro e si ritrova depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter mangiare. Disperato, comincia a cercare un nuovo mestiere e dopo vari tentativi accetta di lavorare contemporaneamente alle dipendenze di due diversi padroni, trovando così il modo di raddoppiare il suo salario e i suoi pasti. Uno è Rocco, un piccolo malvivente del nord, ora a Rimini per riscuotere 6.000 lire dopo aver concluso un affare con Bartolo, padre della sua fidanzata Clarice, l’altro è Lodovico, anch’egli noto malfattore. Essere al servizio di due padroni, significherà per Pippo avere anche un doppio carico di lavoro, dovrà ricordare quali ordini e da chi gli verranno impartiti. Dopo un po’ di tempo, frequentando le due case, Pippo scoprirà che in realtà “Rocco”, sotto mentite spoglie, non è altro che la sua sorella gemella Rachele. «Bean riprende la tipologia della maschera di Goldoni e ne comprende l’importanza riportandola in un contesto moderno – racconta Pierfrancesco Favino – noi abbiamo italianizzato i personaggi e le situazioni, portando sotto i riflettori i comportamenti dell’italiano dinanzi alle vicende della vita, comportamenti che sembrano reiterati anche con il passare delle epoche e degli anni. La nostra è una commedia comica, con personaggi in fuga, dai comportamenti maldestri, tipicamente italiani».

 

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