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FIRENZE – La recente sentenza del Tar del Lazio ha segnato una svolta per la normativa italiana sulle energie rinnovabili, annullando i commi 2 e 3 dell’articolo 7 del decreto ministeriale del 21 giugno 2024 sulle aree idonee.

Il tribunale ha giudicato illegittima la discrezionalità concessa alle Regioni nell’individuazione delle aree dove è possibile installare impianti rinnovabili, imponendo al governo di riscrivere il provvedimento entro 60 giorni, coinvolgendo anche le amministrazioni regionali nella revisione dei piani territoriali.

La decisione arriva dopo il ricorso presentato da ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento) e altre aziende del settore, che da tempo denunciavano come la normativa penalizzasse lo sviluppo delle energie pulite, bloccando numerosi progetti a causa di interpretazioni troppo restrittive e arbitrarie del concetto di “aree non idonee” da parte delle Regioni.

Il Tar ha stabilito che la classificazione di un’area come “non idonea” non può costituire un criterio di esclusione preventiva, ma deve essere valutata caso per caso, lasciando la possibilità di realizzare impianti anche in queste zone se compatibili con le esigenze del territorio. In particolare, la sentenza boccia la facoltà delle Regioni di prevedere fasce di rispetto fino a 7 km dai beni tutelati, in assenza di criteri nazionali uniformi e di una disciplina transitoria per i procedimenti autorizzativi in corso.

La reazione delle associazioni ambientaliste è stata positiva: Legambiente ha definito la sentenza “una grande vittoria per la lotta alla crisi climatica”, sottolineando la necessità di un quadro normativo chiaro e uniforme per accelerare la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Al contrario, alcune Regioni, come la Toscana, hanno espresso preoccupazione per il rischio di un vuoto normativo e di un accentramento delle decisioni a livello statale, che potrebbe limitare l’autonomia regionale e vanificare il lavoro legislativo già svolto.

Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato che il governo valuterà attentamente la sentenza per predisporre i necessari correttivi, ribadendo l’impegno a garantire uno sviluppo ordinato e rapido degli impianti rinnovabili. Nel frattempo, le Regioni dovranno adeguare le proprie normative ai nuovi criteri che saranno fissati dal prossimo decreto ministeriale.

In sintesi, la sentenza del Tar impone una revisione profonda delle regole per l’individuazione delle aree idonee alle rinnovabili, con l’obiettivo di superare le barriere normative che finora hanno frenato la crescita del settore e di assicurare una maggiore coerenza con le direttive europee e gli obiettivi climatici nazionali.

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