Pagine che s’intrecciano tra storia e mito, che scorrono via veloci come il vento e dolcemente come le onde del mare per raccontare “La leggenda del faro”. E questo è il titolo del volume di Dario Alfonso Ricci per La Bancarella Editrice e che sarà presentato lunedì 5 agosto all’Isola del Giglio (ore 21.45 – Piazza della Dogana, Giglio Porto). Alla presentazione, insieme all’autore, interverrà Luigi Baffigi, ultimo farista del Giglio dal 1975 e fino al 31 dicembre scorso custode attento del Capel Rosso, uno dei quattro fanali dell’isola. L’iniziativa rientra nella rassegna letteraria “I colori del libro”, in programma fino al 16 settembre, organizzata dal Comune di Isola del Giglio e dal portale Toscanalibri.it in collaborazione con la Pro Loco e con il Circolo Culturale Gigliese.
 
Il volume –Si tratta di una bella storia che parla di mare e di vento, onde e scogli, navi e barche, naufragi e salvataggi, soprattutto delle storie e delle leggende dei faristi, fedeli custodi, per oltre un secolo, fino all’automazione, dell’affascinante lanterna marina: il faro di capo Arocco. Ricca di passaggi magici ed immagini poetiche, sempre l’autore guardando al mondo con gli stessi occhi incantati che aveva da bambino, “La leggenda del faro” narra le vicende che si snodano per oltre un secolo, dei faristi e degli altri personaggi, intorno al leggendario faro di capo Arocco, dalla sua fondazione all’automatizzazione, presenza viva, tangibile, animata, quasi “creatura” vivente, dotata di proprie pulsioni e volontà, in rapporto ambivalente con l’Uomo, ora in armonia ora in conflitto, ora presenza benevola e salvifica ora forza distruttrice e devastante, comunque sempre in sintonia con la Natura. L’ultimo capitolo, poi, similmente ad una conchiglia che racchiude in sé la perla preziosa, è il racconto dell’antefatto, il disvelamento delle motivazioni che hanno spinto alla stesura del libro; un finale perfetto e ad effetto: romantico, quasi magico appare il verso finale, con l’alternanza fra luce ed eclisse, espressioni del faro che, per tutta la storia, ora ha illuminato ora ha celato, ma anche metafora della vita, sempre in sospensione fra chiarità e ombra.
 
L’ultimo farista del Giglio –L’avventura di Luciano Baffigi come guardiano del faro è cominciata nel 1975 al Capel rosso. Proprio lì Luigi ha abitato con moglie e figlia fino all'87. E per altri 20 anni ha gestito anche le altre tre torrette dalla luce intermittente. «Mi spiace – dichiarò Luigi al momento del suo congedo – è ovvio che non è la stessa cosa. Ad esempio se c'erano fulmini, io andavo a controllare di persona al faro. Oppure io l'apparato ottico lo tenevo bene, con cura». Ma ormai, largo alla tecnologia. Che in questo caso è gestita dal comando spezzino che controlla Liguria e Toscana, mentre in caso di necessità ed emergenze intervengono fisicamente i colleghi di Porto Ercole. Al suo posto (di lavoro) ora sono gli occhi elettronici della Marina militare, dal comando zona fari di La Spezia, a vigilare sui quattro fanali che illuminano l'isola dal tramonto all'alba.Luigi però un occhio lo butterà lo stesso ai suoi fari. «Mi affaccio sempre a vedere se sono accesi, un po' di responsabilità me la sento ancora..».

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