Romeo e Giulietta versione terzo millennio. Due innamorati, due amanti che soffrono della condizione disumana dell’amore non corrisposto e degli sbalzi d’umore che l’amore causa.  Così, e con buona dose d’ironia, se li immaginano gli attori Beppe Salmetti e Simone Tangolo, in scena sabato 19 gennaio al Teatro Manzoni di Calenzano (Firenze – ore 21) con “Romeo e Giulietta – L’amore fa schifo ma la morte di più”, tra gli spettacoli rivelazione dell’ultima stagione, per la prima volta in Toscana nell’ambito della rassegna What’s Up che Teatro delle Donne dedica alle nuove realtà del teatro italiano.

Uno spettacolo cantato, ballato e saltato. Uno spettacolo spericolato e lieve, che stuzzica un mostro sacro come il “Romeo e Giulietta” di Shakespeare con la voglia di gettarlo nella vita di tutti i giorni, nei turbamenti di tutti noi, un lavoro che ne riconosce la sorprendente poesia e la quasi violenta universalità, ma non trova altro rimedio che riderne per avvicinarcisi, per poterne partecipare almeno un pochino. L’amore fa schifo, ma la morte di più. Molto di più. Almeno da vivo puoi morire d’amore. Sul palco si racconta com’è diventato Romeo oggi e come risponde al suo amore Giulietta, ma soprattutto, grazie all’ausilio della musica, si canta di tanti altri personaggi lasciati in disparte e sofferenti. In scena troviamo due attori, due amici, due persone innamorate che cercano di venirne a capo. Cercano di capire cosa succeda al loro corpo, alle loro menti, alla loro percezione del mondo quando l’amore arriva. Che si attaccano a quel che possono per uscirne vivi, anche alla letteratura. “Dal riso al piango” in una frazione di secondo come dice uno dei personaggi. Dal caldo al freddo. Dalla quiete all’ansia. Dal me al te. Dall’io al noi.
Che poi questi due, non sono solo due! A volte diventano tantissimi! La storia di Romeo e Giulietta, il loro amore, non investe solo loro. Intorno ai due amanti si muovono ridono piangono e soffrono tanti altri personaggi a loro volta sconvolti dall’amore. Romeo e Giulietta li conoscono tutti, ma perché non parlare del Povero Paride? Di certo non meno vittima dell’amore di Giulietta.

Articolo precedenteUn sogno. In anteprima nazionale ai Rozzi il dramma tratto da Strindberg
Articolo successivoProcesso Ruby Ter. La difesa di Berlusconi: «Procedimento da trasferire a Siena»