Un appello alle istituzioni per supportare le aziende nella tutela dei propri marchi, a sostegno dell’economia del territorio e come presidio per il rispetto delle regole. A lanciarlo è il presidente di Confartigianato Firenze, Alessandro Sorani, che prende spunto dal caso della pasticceria “Giorgio”, clonata in Corea. «Il caso di Giorgio è emblematico – dice  Sorani – e può essere l’occasione per affrontare centinaia di casi analoghi, soprattutto per quanto riguarda il mondo enogastronomico in cui ogni anno tantissime aziende toscane e italiane vedono utilizzato illegalmente il proprio nome all’estero. Per non parlare dell’italian sounding, ovvero la pratica attraverso la quale aziende straniere usano parole italiane per promuovere i loro prodotti, spesso di scarsa qualità e realizzati chissà dove». Secondo Sorani, tutelare i prodotti italiani di qualità, il vero made in Italy e i marchi storici delle attività produttive e commerciali locali, è un elemento fondamentale delle politiche a sostegno della competitività del tessuto economico.

La zavorra della concorrenza sleale «Il costo occulto della concorrenza sleale è una ulteriore, inaccettabile, zavorra per le imprese oneste e virtuose che già devono fare i conti con una burocrazia soffocante, il peso del fisco, le tensioni commerciali internazionali e la stagnazione dei consumi interni. Come Confartigianato – aggiunge Sorani – chiediamo maggiore tutela nei confronti del marchio. Se è vero che ogni azienda si dovrebbe tutelare, è anche vero che sarebbe utile e opportuno un maggiore supporto da parte delle istituzioni e della Camera di Commercio nel tutelare i marchi storici delle imprese del territorio».

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