10economia_1.jpgSono 813 le imprese di eccellenza in Toscana. Lo rileva uno studio presentato da banca Cr Firenze che ha individuato le “aziende campioni” in grado di trainare l’economia regionale. Lo studio, presentato oggi agli imprenditori, è il risultato di una ricerca del gruppo Intesa Sanpaolo sulle aziende toscane.

Il progetto Banca CR Firenze vuole porsi come agente di crescita sul territorio toscano. Con questo obiettivo è stato presentato a Firenze il progetto “Per la Toscana. Opportunità sul territorio”, risultato di un lavoro approfondito e di specifiche rilevazioni sulle imprese toscane a cura della direzione studi e ricerche e della direzione regionale Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Irpet e con il dipartimento di scienze per l’economia e l’impresa dell’Università degli Studi di Firenze. Sebbene l’economia stia attraversando una lunga crisi strutturale, in alcune singole realtà locali esistono aziende che dal 2008 ad oggi sono cresciute in fatturato e ricavi. Non si tratta solo di grandi aziende, ma anche di Pmi: sono i ‘campioni’ del territorio, aziende che hanno attuato comportamenti vincenti che possono essere esempio per altre potenziali aziende campioni. Il progetto nasce dalla consapevolezza che un gruppo bancario come Intesa Sanpaolo abbia le risorse e una tale conoscenza delle famiglie e delle imprese di una regione da candidare le proprie banche locali come soggetti attivi del territorio – insieme ai diversi stakeholder – capaci di accompagnare la crescita e sostenere un progetto industriale innovativo.

I numeri L’analisi ha rilevato che le imprese “campioni” toscane sono 813: aziende che hanno saputo difendere le proprie quote di mercato durante un periodo molto complesso per l’intero Paese, senza sacrificare i margini e senza rasentare rilevanti squilibri finanziari. Queste aziende, che hanno dimostrato capacità di crescere sia in termini dimensionali che economico-finanziari, hanno dimensioni differenti e appartengono a diversi settori economici: il 36% di esse ha un fatturato tra i 2 e i 5 milioni di euro, il 27% tra i 5 e i 10 milioni di euro, il 28% tra i 10 e i 30 e il restante 9% ha un fatturato che supera i 30 milioni di euro/anno. Le aziende “campioni” risultano caratterizzate da indicatori di performance particolarmente positivi: nel periodo 2008-2012 il loro fatturato è cresciuto mediamente del 34,2%, mentre la marginalità (EBIDTA) è salita, sempre mediamente dal 2010 al 2012, del 12,2% annuo. Di queste aziende campioni, 484 – rappresentative di tutti i settori economici – sono state contattate e intervistate sulla base di un questionario strutturato predisposto di concerto con l’Università di Firenze, attivando un confronto su 5 settori di analisi. L’indagine ha fornito un’istantanea delle migliori aziende toscane e delle loro caratteristiche principali: Governance e risorse umane. Oltre il 90% delle aziende e’ saldamente in mano alle famiglie proprietarie, ma gli imprenditori dichiarano una notevole apertura a contributi esterni sia per quanto riguarda il management (favorevole il 39% degli intervistati) che per quanto riguarda l’entrata di nuovi soci (favorevoli 35%). Business e Mercati: Più della metà delle aziende ha la produzione collocata in Toscana e solo una su cinque all’estero. Nelle intenzioni degli imprenditori questa percentuale potrebbe salire, nei prossimi 3-5 anni, al 26%.

Lo sviluppo futuro Le aziende toscane si confermano aziende “di filiera”: il 78% produce per fornitori di primo e secondo livello o per produttori finali; solo il 20% vende direttamente al consumatore finale. Ricerca e Sviluppo: tre aziende su quattro considerano l’attività di ricerca e sviluppo rilevante. In una prospettiva triennale, il numero di aziende che ritiene rilevante tale attività sale al 79%. La qualità tecnica del prodotto e del servizio è indicata come la principale fonte del vantaggio competitivo, sia attuale che prospettico. Finanza Straordinaria – M&A: per il proprio approvvigionamento finanziario le aziende si rivolgono principalmente alle banche (59%), in subordine ai soci (24%). Il 61% degli imprenditori è disponibile a ricapitalizzare. Il 22% prevede in futuro operazioni di finanza straordinaria, principalmente acquisizioni ed aumenti di capitale, per le quali è intenzionato a rivolgersi principalmente (66%) ad una banca italiana per i servizi di advisory. Start Up: ancora timido il rapporto con queste aziende, solo il 20% degli intervistati ha partecipato negli ultimi cinque anni al capitale di rischio di una nuova impresa. L’interesse è comunque visto in crescita. «Oggi abbiamo presentato ad imprenditori, istituzioni e associazioni toscane i risultati dello studio effettuato in questi mesi – spiega Pierluigi Monceri, direttore generale di Banca CR Firenze e direttore regionale Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna di Intesa Sanpaolo – offrendo il nostro studio come un punto di partenza. La banca si pone come agente del cambiamento, anche del territorio. Abbiamo investito risorse finanziarie ed umane per dare un contributo di conoscenza e di stimolo all’imprenditoria locale: ognuno, nel proprio ruolo, può attivare scelte che stimolino positivamente aziende attualmente in difficoltà ma potenzialmente capaci di ripartire».

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