«Ma che uomini siete che per avere i favori di una donna dovete pagarla?». Questa la frase provocatoria con cui la senatrice Angelina Merlin sfidò i colleghi maschi del parlamento e del governo che non volevano saperne della sua proposta di legge per chiudere le case di tolleranza.  Nel febbraio del 1958 la Camera approvò la legge Merlin. Ai nostalgici che oggi vorrebbero riaprire le “case chiuse”, è bene ricordare che quei luoghi erano veri e propri lager, come documentano le lettere che le signorine delle case scrissero alla senatrice perché, durante l’iter legislativo, non demordesse dai suoi intenti. Da quelle lettere nasce lo spettacolo “La metafisica della bellezza – Lettere dalle case chiuse” che Elena Arvigo presenta sabato 6 aprile (ore 21,15) al Teatro Manzoni di Calenzano (Firenze),  nell’ambito della stagione del Teatro delle Donne.

Lo spettacolo Le lettere delle prostitute alla senatrice Merlin furono raccolte dalla stessa Merlin e da Carla Barberis (moglie di Sandro Pertini) e la loro autenticità è garantita dagli originali, oggi depositati presso un notaio. A scrivere sono per lo più madri piene di speranza e dignità, piene di stupore e gratitudine per chi sta mostrando interesse verso la loro situazione di “donne perdute”, per chi, come la senatrice Merlin, sta immaginando per loro un futuro diverso e migliore. Lo spettacolo cerca di definire, anche grazie ad alcune figure artistiche, la funzione profonda che esercita la puttana rispetto alla nostra idea dell’arte, del denaro e della verità stessa. La verità non è una luce che illumina il mondo con la sua splendida evidenza ma è lo sconvolgimento dell’evidenza. Ciò che consideriamo evidente non lo è affatto.

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