FIRENZE – Il Tribunale di Firenze ha ordinato all’Azienda sanitaria locale Toscana Nord Ovest di fornire entro 15 giorni la strumentazione necessaria per permettere a Libera, affetta da sclerosi multipla e completamente paralizzata dal collo in giù, di autosomministrarsi il farmaco letale.
L’ordinanza, emessa ieri in seguito a un ricorso d’urgenza presentato dal collegio legale guidato dall’avvocatessa Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, è stata accompagnata dalla verifica di funzionalità e compatibilità di una pompa infusionale attivabile tramite un puntatore oculare o altri sistemi non manuali.
La 55enne toscana aveva già ottenuto il via libera della propria Asl nel luglio 2024 per accedere al suicidio assistito, ma la sua paralisi impediva l’assunzione autonoma del farmaco. Per questo aveva chiesto al medico autorizzato di somministrarle il farmaco: una richiesta che aveva spinto, nel marzo 2025, a presentare al Tribunale di Firenze un ricorso d’urgenza, anche sul piano della legittimità penale. La Consulta si era già mossa a luglio, chiedendo una verifica a livello nazionale e internazionale sull’esistenza di dispositivi idonei all’autosomministrazione.
Pareri tecnici e decisioni successive
In ottemperanza all’ordine del giudice, sono arrivati pareri tecnici da ministero della Salute, Istituto superiore di sanità e Consiglio superiore di sanità circa la possibilità di dispositivi capaci di permettere l’autosomministrazione del farmaco letale senza ricorrere all’uso manuale. Le risposte pervenute, secondo l’associazione Luca Coscioni, sono risultate negative o interlocutorie.
Solo il 14 ottobre Estar, attraverso l’USL competente, ha comunicato di aver chiuso un’indagine di mercato tra aziende che operano nel settore degli ausili per disabilità: una ditta avrebbe ora la capacità di fornire un comunicatore con puntamento oculare in grado di attivare pompe infusionale. Estar ha inoltre precisato che sono in corso approfondimenti tecnici e giuridici per verificare la conformità del prodotto alle norme vigenti in materia di dispositivi medici.
Durante l’udienza di ieri, grazie alle informazioni fornite da Estar, la difesa di Libera ha accolto con favore la possibilità di utilizzare un dispositivo attivabile tramite puntatore ottico, chiedendo l’immediata messa a disposizione per alleviare l’integerrrabile sofferenza della paziente. L’Azienda sanitaria ha espresso massima disponibilità, rappresentata dall’avvocato Luca Cei. La Procura dello Stato, invece, ha sottolineato che la competenza operativa spetta al Servizio sanitario regionale, un tema che ha alimentato polemiche tra le diverse parti coinvolte.
Disposizioni e impatto giuridico
L’ordinanza richiama le precedenti della Corte costituzionale n. 242/2019 e n. 135/2025 e riconosce il pieno diritto di Libera all’autodeterminazione terapeutica, stabilendo che è il Servizio sanitario nazionale a garantire concretamente la possibilità di esercitare tale diritto, rimuovendo ostacoli materiali e burocratici.
Filomena Gallo ha commentato: «Questa decisione del Tribunale di Firenze rappresenta un passo di civiltà e di coerenza giuridica. Il diritto all’autodeterminazione nelle scelte di fine vita non può rimanere teoria, ma deve essere attuato dallo Stato e dal Servizio sanitario con tutti i mezzi necessari».
L’avvocata ha sottolineato che Libera ha lottato non solo per sé, ma per tutte le persone consapevoli prigioniere del proprio corpo che chiedono di esercitare un diritto ormai riconosciuto dalla Corte. La decisione, ha aggiunto, tutela la dignità umana e rafforza lo Stato di diritto, in linea con la possibilità di applicare la sentenza Cappato. Si invita ora a contrastare la proposta di legge governativa mirata a cancellare diritti esistenti.
Imminente attuazione
Con l’ordinanza in mano, la messa a disposizione della strumentazione e dei farmaci necessari dovrà avvenire nel termine perentorio di 15 giorni, considerata l’intollerabilità delle sofferenze della paziente. La vicenda, che riguarda una persona consapevole e gravemente malata, riaccende il dibattito sull’autodeterminazione terapeutica e sull’uso di tecnologie per l’assistenza a fine vita nel contesto della sanità regionale toscana.