Teatro e circo per tre spettacoli dedicati all’emigrazione, ai viaggi della speranza, alla scoperta e al confronto con chi sembra diverso da noi. Si parla di questo al Festival Orizzonti di Chiusi (leggi) che per mercoledì 8 agosto propone tre spettacoli: “Terra!”, “Kolok – I terribili vicini di casa” e “Lampedusa è uno spiffero”.
 
Il programma Alle 18,30 in Piazza Cesare Battisti la Compagnia “Mime Theatre en mouvement” di Luca Lomazzi e Stefano Amori porta in scena “TERRA!”, un huis-clos in un luogo che é da sempre simbolo d'infinito: l'oceano. Una metafora dell' umanità naufraga su questo piccolo pianeta, per sempre alla ricerca d'un fine da raggiungere e con la sensazione d'essere persa nello spazio. Un baule di legno che galleggia ancora offre l'unico appiglio per non affondare ad un'umanità ridotta alla forma base di società: due individui che si affrontano e si confrontano, ognuno specchio e metà oscura dell'altro. In uno stile comico, i due personaggi si trovano confrontati alle difficoltà di questo nuovo stato delle cose, e anche se “l'altro” é un ostacolo sempre presente in questo piccolo mondo galleggiante nel nulla, rappresenta anche l'ultimo baluardo contro la solitudine (ingresso gratuito). Alle 21,30, invece, in Piazza Duomo spazio a “Kolok – I terribili vicini di casa” a cura del Circo Teatro Comico poetico con Olivia Ferraris e Milo Scotton per la regia di Philip Radice (costo del biglietto 5 euro). Due balconi, per rappresentare un intero condominio. Un paese tranquillo ai confini del mondo. Ma una mattina tutto cambia. Basta una parola per capire che l?uomo che occuperà l’appartamento sfitto è straniero. Lui parla strano, veste strano, insoliti capelli. Kolòk mette a confronto personaggi che unendo il circo al teatro, la poesia al divertimento si troveranno finalmente amici, vicini di casa, senza frontiere, con fiducia e simpatia. Il finale della giornata è affidato a“Lampedusa è uno spiffero!!!” alle 23 nel Chiostro di San Francesco.Lo spettacolo è un monologo tragicomico di Norma Angelini e Fabio Monti, per raccontare la piccola isola siciliana protagonista della più grande migrazione di popolazioni del Sud del mondo, in direzione dell’Occidente ricco. Uno spettacolo che vuole ridicolizzare i luoghi comuni, cercando di comprenderne i fondamenti. Ridere delle assurdità del mondo. Cercare le contraddizioni. Estremizzarle. E ridere. Ridere. Cercare il senso delle cose, e provare a salvare la pietà umana, da facce viste, da incoerenze reali, da voci sentite, da ragioni comprese, prima, molto prima dei giudizi facili, delle ragioni, facili.

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