IMG-20150430-WA006«Ci siamo, il 12 giugno è arrivato. Questa sarà una data che ci ricorderemo. Ci siamo battuti con tutte le nostre forze con un nemico più grande di noi, un nemico impalpabile e sfuggevole ma tangibile nelle conseguenze». Così inizia una lettera dei lavoratori di Siena Biotech nel loro ultimo giorno all’interno del centro ricerche abbandonato al triste destino del fallimento dalla Fondazione Mps.

Nell’indifferenza «Da domani i lavoratori di Siena Biotech andranno ad infoltire la lunga lista dei disoccupati – prosegue la lettera -; quello che noi non volevamo è accaduto, risucchiati dal vortice di un sistema malato, quanto indifferente. Certo qualcuno potrà dire che alcuni posti di lavoro sono stati salvati: è vero, ma ironia della sorte, sono stati salvati quei pochi posti, che già erano previsti dal piano industriale di Siena Biotech».

Riflettiamoci su «Per questo non ci possiamo ritenere soddisfatti, anzi, per quanto ci riguarda è una sconfitta, una sconfitta per tutti. Uscendo per l’ultima volta da quell’edificio deserto, ci è impossibile trasmettere con le parole i nostri sentimenti, quindi ce ne andiamo così, lasciandovi con uno stralcio di una canzone di un grande cantautore italiano; riflettiamoci su».

Citando Silvia Baraldini «…sempre l’ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte…» così si conclude la lettera “prendendo in prestito” le parole cantate da Francesco Guccini nella “Canzone per Silvia” e dedicata a Silvia Baraldini, l’attivista di sinistra che ha scontato 23 anni di carcere negli Usa.

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