FIRENZE – Le infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) tornano a preoccupare come emergenza di sanità pubblica in Italia e in Europa.
Dopo un periodo di apparente tregua, si registra infatti una ripresa dei casi di gonorrea, sifilide e clamidia, accompagnata dalla comparsa o riemersione di patologie non convenzionali come il monkeypox (il vaiolo delle scimmie), infezioni enteriche trasmesse per via oro-anale, e forme atipiche quali la neisseria meningitidis urogenitale e la tinea genitalis, più comunemente nota come ‘tigna’.
Questi temi saranno al centro dell’11° Congresso Nazionale della Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili (Simast), in programma a Firenze il 5 e 6 novembre. Il congresso sottolinea la necessità di un approccio multidisciplinare, puntando a sensibilizzare la cittadinanza sulla prevenzione e a facilitare l’accesso agli screening.
Negli ultimi anni, l’andamento epidemiologico europeo mostra un marcato aumento dei casi di gonorrea: nel 2023 sono stati notificati quasi 97.000 casi, rispetto ai 70.000 dell’anno precedente.
Anche in Italia i dati evidenziano un incremento per sifilide, gonorrea e clamidia. Questo trend riflette sia una ripresa dei contatti sociali post-pandemia, sia carenze nella prevenzione e negli screening, con maggiori rischi per i giovani e le popolazioni più vulnerabili.
«Il monkeypox è arrivato al centro dell’attenzione nel 2022, ma in Italia, Toscana inclusa, si sono verificati altri cluster epidemici anche più di recente», afferma Luigi Pisano, dirigente medico in Dermatologia e Venereologia all’Ospedale Piero Palagi di Firenze e presidente del Congresso.
Pisano evidenzia inoltre come le infezioni gastrointestinali a trasmissione sessuale, quali Campylobacter, Salmonella, Shigella, Entamoeba histolytica e epatite A, tradizionalmente trasmesse attraverso cibo e acqua, siano in aumento soprattutto tra i gruppi ad alto rischio, in particolare gli Msm (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini), per pratiche sessuali che coinvolgono il contatto orale-anale.
Un ulteriore problema, secondo Pisano, è la crescente resistenza di questi patogeni alle principali classi di antibiotici, dagli antibiotici macrolidi ai fluorochinoloni fino alle penicilline, che rappresenta una sfida importante per la gestione clinica di queste infezioni.
 

