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TORRE DEL LAGO – «Mirella è morta dopo tante sofferenze, dopo un’iniezione di olio illegale, non chiamiamolo silicone». Le parole di Regina Satariano, presidente del Consultorio Transgenere di Torre del Lago, sono un grido di dolore e insieme una denuncia.

Da anni l’attivista si batte contro quella che definisce «una piaga», un mercato parallelo e sommerso che promette cambiamenti estetici rapidi e a basso costo ma che troppo spesso lascia dietro di sé ferite, invalidità permanenti e, come in questo caso, un’altra vittima.

Mirella infatti era una donna transessuale che nei giorni scorsi è stata ricoverata all’ospedale di Pisa dopo l’assunzione della sostanza, ma le sue condizioni si sono aggravate progressivamente fino al decesso avvenuto nei giorni scorsi. Una fine drammatica che riporta alla luce un fenomeno conosciuto, eppure difficile da arginare.

«Non è silicone, parliamo di olio minerale, sostanze tossiche che circolano illegalmente», chiarisce Satariano, che da anni mette in guardia le persone trans e non solo. «Si tratta di pratiche clandestine, spesso fatte in appartamenti improvvisati e senza alcuna competenza medica. Il costo è basso, e per chi non ha alternative economiche può sembrare l’unica strada, ma le conseguenze sono devastanti: necrosi, infezioni, danni irreversibili e, come in questo caso, la morte».

La denuncia pubblica dell’attivista ha spinto la squadra mobile di Pisa ad avviare i primi accertamenti. Non c’è ancora un esposto formale, ma gli investigatori intendono fare chiarezza. Il primo passo sarà l’acquisizione della cartella clinica della paziente, per ricostruire le cause esatte del decesso e capire chi abbia materialmente somministrato la sostanza. Al momento massimo riserbo, come di prassi in questa fase, ma le verifiche sono partite.

La vicenda mette in evidenza un nodo irrisolto: la solitudine e la vulnerabilità di chi cerca risposte rapide a costi contenuti, finendo nelle mani di chi specula sulla disperazione. «Non possiamo più permettere che accada — avverte Satariano —. Chiedo alle autorità di fare luce fino in fondo e di impedire che altre persone cadano nella stessa trappola».