PRATO – Due patteggiamenti, un rinvio giudizio e un madre forse ferita un’altra volta. Il gup di Prato, Francesca Scarlatti, ha accolto le richieste per due dei tre imputati nel procedimento per la morte di Luana D’Orazio, la giovane di 22 deceduta in un incidente all’interno di un orditoio di Montemurlo lo scorso anno.

La sentenza commina due anni di reclusione per Luana Coppini, titolare della ditta, e un anno e sei mesi per il marito Daniele Faggi, titolare di fatto. Entrambe le pene prevedono la sospensione condizionale. Nella stessa udienza la giudice ha deciso inoltre di rinviare il giudizio il terzo imputato, il manutentore Mario Cusimano, che affronterà il processo per l’accusa di omicidio colposo e rimozione dolosa di cautele antinfortunistiche.

Pene che sono contestate dalla madre della ragazza, Emma Marrazzo. “Sono molto delusa. Mi aspettavo una pena più esemplare, Luana rimane un simbolo”, ha detto la donna, che qualche ora prima della sentenza aveva evidenziato: “Se la vita di mia figlia vale due anni, mi rimetto a quello che decideranno, ma non so se il pm ha figli”.

Di diverso avviso uno dei legali difensori. “Si aspettava una pena più esemplare, Luana rimane un simbolo – ha detto l’avvocato Alberto Rocca, che difende assieme a Barbara Mercuri i due imputati che hanno patteggiato -. Si tratta di una sentenza molto celere che si poggia su due pilastri e non è affatto scandalosa, come pure ho sentito dire sui social, ma giusta”.

La proposta di patteggiamento della difesa dei due imputati è stata concordata con la procura, che ha posto come condizione l’effettivo pagamento del risarcimento stabilito in circa di un milione di euro.

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