borsa.jpgMps è stata riammessa agli scambi in Piazza Affari solo dopo che il titolo è stato congelato per eccesso di ribasso ed un calo teorico del 4,89%. Al momento della riammissione il titolo cede il 3,7% a 24,21 euro all’indomani della definizione del prezzo dell’aumento di capitale, fissato in 1 euro per azione, che, unitamente al rapporto di emissione di 214 nuove azioni ogni 5 titoli detenuti, determina uno sconto del 35,5% su Terp, il prezzo teorico dopo lo stacco del diritto.

Consorzio di garanzia, attori e ruoli Intanto da Rocca Salimbeni informano che Mps ha sottoscritto il contratto di garanzia con le banche che si sono impegnate singolarmente ad assicurare la sottoscrizione delle eventuali azioni non sottoscritte in occasione dell’aumento di capitale da 5 miliardi di euro che partirà lunedì prossimo. In una nota diffusa si ricorda il ruolo di Ubs di ‘global coordinator’ e joint bookrunner’ dell’operazione, mentre Citigroup, Goldman Sachs e Mediobanca, che hanno sottoscritto anch’esse il contratto di garanzia, operano in qualità di co-global Coordinator e joint bookrunner. Queste ultime sono affiancate da Barclays, Bofa Merrill Lynch, Commerzbank, JpMorgan, Morgan Stanley e Societé Generale nel solo ruolo di joint bookrunner. Nell’ambito del consorzio di garanzia Banco Santander, Deutsche Bank e Hsbc svolgeranno invece il ruolo di co-Bookrunner, mentre Banca Aletti, Banca Akros (Bpm), Bbva, Popolare Vicenza, Credit Agricole, Credit Suisse, Equita, Ing, Intermonte e Keefe, Bruyette & Woods svolgeranno il ruolo di co-Lead Manager. I membri del consorzio di garanzia si sono impegnati a garantire, disgiuntamente tra loro e senza alcun vincolo di solidarietà, la sottoscrizione delle azioni ordinarie eventualmente rimaste non esercitate all’esito dell’offerta in Borsa dei diritti inoptati, per l’intera somma di 5 miliardi. Ubs è inoltre financial advisor ed Mps Capital Services opera come co-financial advisor, mentre Axa e Mutuelles Axa si sono impegnate a sottoscrivere l’aumento per la quota di spettanza.

Alessandro ProfumoProfumo si augura la completa sottoscrizione L’aumento di capitale di Mps «è sicuramente un passaggio importante. Il solo fatto di essere arrivati qua è un grande risultato. Negli ultimi due anni, se me lo avessero chiesto, avrei avuto più dubbi che certezze. Invece, eccoci qua. L’auspicio è che l’aumento di capitale sia interamente sottoscritto e che non ci siano accolli per le banche del consorzio di garanzia». Lo afferma il presidente di Banca Mps Alessandro Profumo, in una intervista a La Nazione. «Certamente – prosegue Profumo – quello di Deutsche Bank è più elevato in termini assoluti rispetto al nostro. Ma il nostro è direi record, se guardiamo alla capitalizzazione di Borsa. Siamo arrivati qua grazie al lavoro fatto in questi due anni che va dalla revisione dello statuto alla revisione di funzionamento del consiglio di amministrazione e dei processi decisionali chiave, al ridisegno della banca (le aree territoriali, ma anche la direzione generale, la rete), al lavoro fatto sui costi. Tutto questo ci consente di essere, oggi, autonomi e attrattivi». La scelta di arrivare a Siena, assicura il numero uno di Rocca Salimbeni, «la rifarei perchè il senso di servizio civile, di servizio pubblico al Paese che c’era quando accettai, c’è e rimane». Per quanto riguarda l’azionariato che uscirà dall’aumento di capitale, per Profumo «si va verso un mondo nel quale abbiamo un nucleo di azionisti stabili del 9 per cento e il resto lo dovremo vedere ad aumento di capitale chiuso».

Articolo precedenteTrappole
Articolo successivoEnrico Letta torna in cattedra al Sant’Anna di Pisa