«La flessibilità si deve gestire con accordi sull’orario di lavoro, non con il precariato». A dirlo in una nota è Fabio Cameli della Fiom Cgil in merito alla decisione di Trigano, azienda che produce camper in Valdelsa, di rinviare le stabilizzazioni dei lavoratori.

«Azienda chiede 60-72 mesi per la stabilizzazione» «Giovedì scorso – si legge in una nota – si è svolto un incontro tra i sindacati e l’azienda Trigano per discutere delle prossime scadenze dei contratti a termine, che sono circa 69, di cui 61 che scadono ad agosto ed i restanti 8 nei mesi successivi. Ma la proposta della parte datoriale non è piaciuta alla Fiom Cgil». Alla Trigano ci sono 356 contratti a tempo indeterminato e 69 contratti a termine e «attualmente vengono prodotti 17 mezzi al giorno che necessitano proprio di tutte queste 425 persone – spiega Cameli – . Finora l’accordo sindacale determina che il percorso delle stabilizzazioni arrivi a 36 mesi, adesso l’Azienda ha chiesto un’ulteriore deroga per poter arrivare a 60 mesi o addirittura a 72, sostenendo che hanno bisogno di almeno un 20% di flessibilità».

«La precarietà lavorativa non va incentivata» «Pensiamo che la flessibilità si debba gestire con degli accordi sindacali sull’orario di lavoro – conclude il sindacalista – non usando solamente contratti precari. La precarietà lavorativa non va incentivata anche perchè la stabilizzazione e la qualità del lavoro conviene anche alle imprese».

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