Sette persone arrestate per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo del gioco d’azzardo e alla truffa. E’ l’esito dell’Operazione “Doppio jack” portata avanti dalla Guardia di Finanza di Firenze che ha sequestrato beni per 8,5 milioni di euro. I sequestri riguardano 14 sale da gioco più altri beni immobili e mobili per un valore complessivo di oltre 8,5 milioni di euro. Eseguite 30 perquisizioni nelle province di Firenze, Roma, Venezia, Prato e Pistoia.

Indagini partite da Empoli nel 2013 Le indagini, svolte dai Finanzieri della Compagnia di Empoli sotto la direzione del Sostituto Procuratore Filippo Focardi, hanno preso avvio, alla fine del 2013, a seguito di alcuni riscontri emersi durante un controllo ispettivo effettuato nei confronti di un’associazione sportiva dilettantistica di Empoli. Più nel dettaglio, le Fiamme Gialle avevano scoperto in quell’occasione che diverse slot machines, durante il loro funzionamento, non erano stati collegati al server nazionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, procedura necessaria per monitorare i reali flussi di gioco degli avventori e, quindi poter calcolare l’imposta dovuta all’Erario dalla normativa vigente per ogni singola giocata. Ulteriori indagini  svolti sotto il coordinamento della Procura di Firenze, hanno consentito di individuare l’esistenza di una strutturata organizzazione criminale, di cui facevano parte, a vario titolo, 40 persone italiane e straniere, ben attrezzata per creare sale gioco clandestine (camuffate da enti associativi non commerciali, formalmente non aventi scopo di lucro, quali associazioni sportive dilettantistiche, circoli culturali e/o internet point, posti telefonici, ubicate in diverse regioni (Toscana, Lazio, Veneto, Marche e Emilia Romagna).

La piattaforma di gioco on line illegale «La tecnica fraudolenta posta in essere dal dominus della truffa (un imprenditore veneziano di 50 anni) con la collaborazione di un tecnico informatico – si legge in una nota della Gdf – , consisteva nell’aver messo a punto una piattaforma di gioco on line illegale che consentiva di collegare i video giochi/slot machines presenti nelle sale gioco clandestine ad un server posizionato fisicamente nell’isola di Malta, in grado di conteggiare le vincite senza rendicontarle al Fisco italiano, in modo da non versare i rilevanti importi dovuti a titolo di imposta». Le 24 sale da gioco clandestine inizialmente individuate, frequentate per lo più da persone di etnia cinese, erano dotate di apparati di videosorveglianza e di sofisticati congegni tecnici che, applicati sulle macchine da gioco, erano in grado di “resettare” le stesse nel caso di controlli ispettivi delle Forze di Polizia, interrompendo immediatamente il collegamento con la piattaforma illegale. Allo stato attuale, una stima iniziale calibrata su 3 “sale da gioco” abusive scoperte ha consentito di quantificare giocate mensili effettuate per oltre 10 mln di euro e un’imposta evasa per circa 6 mln

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