Bilancio-ParmaDunque, il Parma Calcio passa ancora di mano. E quasi senza aver conosciuto chi l’aveva realmente rilevata da Ghirardi.
Si parlava di una fantomatica “cordata russo-cipriota”, e Dio solo  sa che rimpianto per i venerdi televisivi con I Fantasisti-Caracolla, quando Piero Rubani entrava in possesso di queste notizie e poi le commentava da par suo.
Dopo la “cordata russo-cipriota”, mi domando, chi può arrivare? A occhio, una discreta retrocessione nel campionato di Eccellenza o, se va bene, nell’Interregionale. E quindi, indimenticabili domeniche a Bibbiena, o a Civitella Paganico.
Ma non c’è niente di male, cari amici Parmensi… Il football è roba strana, di pancia. E paradossalmente la fede del tifoso, da questi lavacri, ne esce quasi sempre rafforzata.
Se chiedete a un tifoso della Fiorentina di una trasferta da ricordare, vi parlerà di Manchester e di Valencia; di Liverpool e di Monaco di Baviera…. Ma non mancherà di inserire Poggibonsi e Castelnuovo Garfagnana, nell’anno della Florentia Viola: e di quando costrinsero il San Giovanni Valdarno a trasferirsi ad Arezzo (e l’Aglianese ad Empoli)  per far fronte allo spropositato numero di biglietti richiesti.

Perché c’è lo sportivo da “salotto”, che per smuoversi dal divano ha bisogno dei cosiddetti “grandi eventi”, ma esiste anche il tifoso da barricata, che è il soggetto più interessante, perchè vive la sua squadra con un altro piglio: che è un piglio più romantico e più emotivo, e soprattutto fedele al motto che “la fede non conosce categorie”.
Che è un motto un filino retorico, per carità. E nonostante la retorica mi stia sui cosiddetti, confesso che quando si tratta di applicarla al football (e allo sport in generale), beh… La trovo irresistibile.

Raccontano di quando il Fulham, negli anni 70-80, navigava nella melma della terza e la quarta serie inglese. Battaglie fangose con il Carlisle United o il Braintree Town seguite dallo zoccolo duro dei cinquemila disperati che non volevano saperne di abbandonare le vecchie, fantastiche tribune del Craven Cottage (uno degli stadi più suggestivi del mondo). Poi, un giorno, arrivo il miliardario Al Fayed (quello dei magazzini Harrod’s), che rilevò il Club e lo portò in pochi anni ai fasti della Premier League.
Gli spettatori, da cinquemila scarsi diventarono in breve trentamila: seguire il Fulham divenne una moda, e quella squadretta apparve improvvisamente “trendy” a un sacco di gente, attori e cantanti compresi.
E mentre lo stadio si riempiva, in vista dei big-match con il Liverpool, o il Manchester United, dalla Curva partiva invariabilmente un coro che faceva più o meno così (non conosco l’inglese, perdonatemi) : “where were you when we were not nobody?”.
Che, tradotto, vuol dire: “Dove eravate, quando non eravamo nessuno?”.

Il calcio è anche questo. E sarebbe un peccato non fosse così.
Forza, Parma. Passerà ‘a nuttata..

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