penna-e-calamaioLa letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.

Piace l’estate con il suo caldo e i cieli esagerati. Piace la sua esuberanza che incrocia la nostra. Ma – come accade nel “meriggiare pallido e assorto” di Montale – colpisce anche la fissità a cui costringe le cose, e noi dentro le cose. Nella nostra condizione di esseri obbligati da un muro “che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”.

Comunque sia: buona estate.

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

 

[Eugenio Montale, da Ossi di seppia]

 

 

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