Mentre tutto il mondo attende le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sull’Amiata senese si attendono quelle del sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli. Che però non arrivano.
 
Guai giudiziari Da anni, infatti, tengono banco sulle cronache le vicende giudiziarie di quel Comune legate a debiti fuori bilancio, abusi d’ufficio, truffa aggravata e altro. Prima dell’estate, lo stesso primo cittadino, al suo secondo mandato, aveva subito una condanna a 8 mesi per abuso d’ufficio insieme ad un funzionario comunale. Da quel momento è iniziato un pressing sempre più insistente delle forze politiche alleate e, in particolare, del suo partito, il Pd, perché Agnorelli facesse un passo indietro. Ma niente. Fino ad oggi nemmeno un passo di lato. Eppure di riunioni politiche ne sono state tante e a tutti i livelli. Più volte anche la segretaria provinciale del Pd, Elisa Meloni è salita in Amiata tornando a mani vuote.
 
Le dimissionidel vicesindaco A fare un passo indietro è stato invece il suo vicesindaco Simone Renai che ieri si è dimesso. «In più occasioni mi sono sentito inutile» è stato il suo commento oggi a «La Nazione». «Tante, troppe anomalie non mi permettevano più di sopportare una situazione paradossale e abbastanza grave». Insomma, un addio con uno strascico polemico da far invidia ai «malpancisti» berlusconiani che in queste ore abbandonano il Pdl.
 
Coscienza a posto «Ho la coscienza a posto e continuerò a fare il mio dovere […]. Il Pdl è forcaiolo in periferia e garantista per il proprio leader», così nel giugno scorso Fabrizio Agnorelli aveva commentato la sua condanna.

Passi di danza Oggi, ribaltando il suo commento, il sindaco di Piancastagnaio rischia di far passare il Partito Democratico per «garantista in periferia e forcaiolo verso Berlusconi». Accreditando la tesi che in politica ormai nessuno (o quasi) vuole fare un passo avanti, di lato o indietro e tutti preferiscono continuare con il solito balletto.

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