SIENA – Paycare, parte del gruppo Konecta, ha avviato la procedura di messa in liquidazione, coinvolgendo il sito di Monteriggioni (Siena) e l’intera presenza toscana con circa 80 lavoratori a rischio.
La decisione, comunicata via PEC, segue anni di difficoltà nel settore call center, aggravate dall’intelligenza artificiale e dalla perdita di commesse bancarie e pubbliche.
Storia dell’azienda
Nata come ramo d’azienda legato a Bassilichi/Nexi e acquisita da Comdata (poi Konecta), Paycare opera nel customer care. Nel 2023 contava 96 dipendenti nazionali e fatturato di 5,7 milioni di euro. In Toscana, dal 2021 ha affrontato crisi continue: nel gennaio 2025 procedura di licenziamento per 26 su 40 a Monteriggioni, trasformata in uscite volontarie e ammortizzatori.
“Dopo quattro anni di ammortizzatori sociali – ha affermato Giuseppe Cesarano della Fim Cisl – apprendiamo con grande preoccupazione questa notizia, che ovviamente non accettiamo. Il rischio è quello di perdere un presidio produttivo importante, con ricadute significative per tutto il territorio. Il settore dei call center sta attraversando una fase di forte difficoltà, aggravata dalla crescente diffusione dell’intelligenza artificiale. Nonostante il contesto complesso attiveremo subito un tavolo regionale e un tavolo ministeriale, e lavoreremo sul territorio per individuare soluzioni concrete”.
“Purtroppo è arrivata la notizia che ci si aspettava ma che nessuno si augurava – ha aggiunto Daniela Miniero della Fiom Cgil -. Per i lavoratori, perché questo strappo possa essere meno traumatico, avanziamo la richiesta di un anno di ammortizzatori per cessazione di attività. Nel frattempo questo dovrebbe dare a noi il tempo di creare anche con il tavolo di crisi in regione un percorso sulle politiche attive per evitare che l’ennesima multinazionale possa lasciare un buco occupazionale impattante per il nostro territorio”.







