referendumSala negata a Cgil, Anpi e Arci per l’organizzazione di un dibattito sul referendum costituzionale: la Provincia di Massa Carrara finisce sotto accusa da parte delle tre maggiori associazioni della sinistra italiana, che parlano di «fatto gravissimo» e decisione «lesiva dell’agibilità democratica».

Il rifiuto della Provincia È polemica e non poteva essere diversamente, a poche settimane dal 4 dicembre, giornata del referendum, del “Sì” e del “No” per cambiare o meno la Costituzione italiana e decidere anche dei destini politici di molti. Cgil, Anpi e Arci fanno richiesta della sala della Resistenza, all’interno di Palazzo Ducale a Massa, sede di Provincia e Prefettura, per organizzare un incontro per il “No” ma, con profondo sconcerto, ricevono, nei giorni scorsi, il rifiuto della Provincia.  «Negare la sala della Resistenza, luogo simbolo dei valori scaturiti dalla costituente – dichiarano in un comunicato unitario – è un fatto molto grave. Per giunta appare alquanto singolare come le figure espressione di un ente che rappresentano il Partito Democratico assumano una posizione così lesiva della libertà di espressione». Insomma: da una amministrazione di centro sinistra, non se lo sarebbero mai aspettato. Nella nota scritta, inviata a Cgil, Anpi e Arci, firmata dal dirigente provinciale Francesco Loricchio, si legge che: «si ritiene di non poter concedere l’utilizzo della sala, tenuto conto del carattere politico della riunione, in relazione alla campagna referendaria in corso, non rientrante, a giudizio dello scrivente, nelle fattispecie per le quali il relativo regolamento prevede la possibilità della concessione in uso».

referendum-2-2Un caso politico In effetti, però, come dimostra la Cgil consegnandoci il «regolamento dell’utilizzo delle sale provinciali a Massa Carrara», non esiste nessuna normativa che vieti la concessione della sala della Resistenza a scopi politici ed è per questo che le tre associazioni parlano di «motivazioni infondate ed inaccettabili, che rischiano di essere lesive dell’agibilità democratica garantita dalla nostra costituzione, trattandosi di uno spazio pubblico». Infine la stoccata al Pd, che oggi esprime il presidente facente funzioni della Provincia di Massa Carrara, Davide Poletti, subentrato al sindaco Narciso Buffoni, sempre Pd, decaduto con il suo mandato amministrativo lo scorso giugno (le prossime elezioni provinciali si terranno l’11 dicembre): «Il Partito Democratico – scrivono Cgil, Anpi e Arci – nasce proprio come forza politica che si pone l’obiettivo di unificare le varie sensibilità politiche che si sono battute in difesa dei valori costituzionali come le forze socialiste, comuniste e democratiche. La nostra battaglia in difesa della Costituzione e a favore del ‘No’ al referendum vuole continuare a garantire quei valori che ci hanno accomunato e che sono frutto della nostra Carta».

La risposta della Provincia Chiamato in causa, il presidente della Provincia facente funzioni  Poletti risponde: «Ho ritenuto opportuno, dopo essermi consultato con il mio dirigente e aver sentito il parere del segretario generale, tenere la Provincia fuori dal dibattito referendario, perché soggetto istituzionalmente interessato al quesito. Per questo – continua – non abbiamo concesso la sala neanche ad un Comitato del Sì di centrodestra, e l’abbiamo negata anche alla segreteria del Ministro Orlando. La Provincia è, e deve rimanere equidistante da entrambi le posizioni».

 

 

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