Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Toscana la proposta di legge che cancella l’emendamento in materia di scarichi industriali delle concerie, finito all’attenzione della Dda fiorentina.

La discussione sulla legge numero 40, che va ad abrogare l’articolo 12 della legge regionale 32/2020 e a modificare l’articolo 13 bis della legge regionale 20/2006, è iniziata nella seduta ieri e si è conclusa con l’approvazione unanime di questa mattina. Il testo, è stato spiegato, interviene in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e, in particolare, sulle disposizioni regionali che disciplinano la depurazione delle acque a carattere prevalentemente industriale.

Oltre all’abrogazione dell’articolo 12, si sostituisce lo stesso articolo 13-bis, disponendo che non rientra nel servizio idrico integrato la gestione degli impianti di depurazione di acque reflue a carattere prevalentemente industriale, anche se di totale o parziale proprietà pubblica; tali impianti, se di proprietà pubblica, possono essere concessi in uso agli attuali gestori previa stipula di apposita convenzione con i comuni proprietari. Essi possono essere utilizzati, per una quota minoritaria, anche per la depurazione delle acque reflue urbane; i soggetti gestori del servizio idrico integrato possono stipulare apposite convenzioni con i gestori di questi impianti, al fine di realizzare la depurazione delle acque reflue urbane, dietro il pagamento di un corrispettivo determinato dall’Autorità idrica toscana (Ait).

Giani propone di eliminare l’emendamento sui rifiuti delle concerie

Infine che è attribuita al dirigente della struttura regionale competente, l’autorizzazione al gestore di questi impianti a smaltire rifiuti liquidi, “limitatamente alle tipologie compatibili con il processo di depurazione e a condizione che non sia compromesso il possibile riutilizzo delle acque reflue e dei fanghi”.

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