«Duecento milioni di euro di danni per le colture agricole, annientate dalla siccità e dal caldo. Una cifra importante che senza gli interventi straordinari attuati dai Consorzi di bonifica poteva crescere in modo esponenziale, con risvolti economici ancora più devastanti per l’agricoltura toscana». Così, davanti al grande periodo di siccità e di vaste difficoltà in campo agricolo, i Consorzi di bonifica fanno sapere la propria esponendo i progetti anti-siccità a cui stanno pensando per la Toscana. «In Valdicornia dove il pomodoro da industria, fiore all’occhiello dell’agricoltura locale, ha rischiato di essere completamente compromesso e, nella zona di Massaciuccoli, dove il divieto di attingimento dal lago ha messo in serio pericolo i 500 ettari coltivati a ortive, mais e girasole»  aggiungono dal quartier generale dei Consorzi di bonifica toscani.

Un piano d’attacco contro la siccità I progetti ideati e realizzati dal sistema della bonifica hanno lanciato una ciambella di salvataggio all’agricoltura irrigua toscana che fino a settembre/ottobre necessita di acqua. Contro la siccità i Consorzi di Bonifica toscani fanno sapere che «stanno mettendo a punto un piano d’attacco che spazia dal potenziamento degli invasi alla realizzazione o al recupero e manutenzione delle infrastrutture per la distribuzione dell’acqua fino all’adozione di interventi utili per garantire un uso intelligente, razionale e oculato della risorsa. Una strategia a 360 gradi per intervenire su tutta la filiera con opere anche strutturali ma di impatto minimo sull’ambiente, realizzabili a costi contenuti e capaci di dare risposte concrete all’agricoltura, per mettere la Toscana al riparo dalla grande sete che, ciclicamente e in modo sempre più frequente la colpisce, rischiando di mettere in ginocchio le imprese agricole e di azzerare i raccolti». «I nostri enti, che tutti associano alla manutenzione dei fossi e dei fiumi e alla prevenzione contro il rischio idrogeologico, rivestono un ruolo fondamentale anche in materia di approvvigionamento idrico – spiega Marco Bottino, presidente di Anbi Toscana -. Anche in tempo di siccità i Consorzi di Bonifica sono pienamente operativi: quest’anno in particolare hanno lavorato a pieno ritmo per fronteggiare l’emergenza e dare risposte all’agricoltura, sia attraverso un lavoro di prevenzione sia non facendosi trovare impreparati di fronte agli imprevisti. In alcuni casi siamo riusciti ad agire anche a tempo di record, con interventi realizzati nel giro di 15 giorni, come nel caso della Valdicornia, o con progetti risolutivi come nell’area di Massaciuccoli dove nonostante il divieto di utilizzare l’acqua del lago il Consorzio ha individuato una soluzione alternativa riuscendo a garantire l’irrigazione».

Dal Serchio la soluzione per la Toscana Nord Nel comprensorio del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord di recente è stato risolto il grave problema del divieto di attingimento dal Massaciuccoli che ha messo in crisi l’agricoltura dell’area. Il Consorzio, per consentire l’irrigazione dei 500 ha coltivati a mais, girasole e ortaggi, ha trovato una soluzione alternativa, immettendo nella rete irrigua acqua fresca derivante, anziché dal lago, dal fiume Serchio, mediante la riattivazione di un’idrovora, in accordo con il comune di Vecchiano, proprietario dell’impianto dismesso. Per completare l’operazione, il Consorzio si è fatto carico anche della gestione, dei costi per il consumo dell’energia elettrica e del monitoraggio della salinità delle acque del lago. Contemporaneamente l’ente ha avviato altri progetti importanti. Il primo nella pianura lucchese, distretto agricolo importante caratterizzato dalla coltivazione di ortive, dalla floricoltura e dal vivaismo, dove è previsto l’ammodernamento delle reti irrigue dei canali demaniali per un investimento di circa 7,6 milioni di euro. L’obiettivo è intervenire per superare le attuali criticità: la dipendenza dai livelli del lago di Massaciuccoli, le notevoli perdite derivate dalla rete di distribuzione in terra, l’assenza di un serbatoio dedicato al servizio irriguo. Il progetto prevede la realizzazione di un acquedotto irriguo con serbatoio, in parte interrato, per l’alimentazione della rete; un’opera di presa da posizionare sul canale Barra-Barretta; un impianto di sollevamento; una rete di irrigazione con tratti di condotte principali e tratti di condotte secondarie, diversificate in termini di diametro asseconda delle zone irrigue da servire. Tutto questo per creare un sistema più efficace di raccolta e distribuzione della risorsa idrica. Il secondo in Lunigiana, dove il Consorzio ha ipotizzato il completo recupero di cinque vecchi impianti con progetti immediatamente cantierabili, da realizzare anche in step pluriennali, capaci di restituire piena funzionalità al sistema di distribuzione dell’acqua da cui dipende l’agricoltura del territorio. Con un investimento di oltre 11 milioni di euro, saranno sistemati 127 chilometri di condotte, che forniscono l’irrigazione a oltre 1.600 operatori agricoli. L’intervento comprende la ristrutturazione delle opere di presa e delle vasche di accumulo; la ricalibratura e la pulizia degli invasi; la sostituzione di oltre 90 chilometri di tubature di PVC che manderanno in pensione quelle in ferro; l’installazione di un moderno ed efficiente sistema di contabilizzazione dei consumi. Il Consorzio 2 Alto Valdarno, a cui compete la gestione di Montedoglio per l’uso irriguo, riconosce all’invaso un ruolo strategico per la vita e l’economia dei distretti dove l’ente assicura già la distribuzione dell’acqua.

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