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Veramente le nostre spiagge sono vuote? A sentire le cronache che nei giorni scorsi hanno fatto il Corriere Fiorentino prima e Il Tirreno poi sembrerebbe proprio di sì, o meglio ni. Se non proprio vuote, senz’altro non piene da tutto esaurito, come negli anni passati.

In assenza di dati certi, nel mese di luglio ci sarebbe stato un calo vistoso, anche del 10/15% a sentire un operatore della Versilia. La colpa viene affibbiata ora al meteo (“luglio pazzo”, “se è brutto al mare non ci vai”) ora al caro benzina o caro vita.

Ma cosa sta realmente accadendo nelle località marittime toscane da Marina di Carrara fino alla celebre “Ultima spiaggia” di Capalbio? Forse gli italiani e i toscani non amano più il loro mare? Forse gli stranieri non vengono più e hanno scelto altre destinazioni fuori dai nostri confini?

Il mercato delle doppie case sembra tenere (e ci mancherebbe pure che una famiglia rinuncia ad andare a casa sua, con quanto costano le seconde case) e così località come Follonica, Marina di Pisa e altre sembrano non risentire dal calo. A pagarne maggiormente le spese sarebbero località un tempo di moda e prese d’assalto dai turisti come l’Isola d’Elba (costosa anche per via del costo dei collegamenti, e non solo), Castiglione della Pescaia, la Versilia in genere.

Secondo una recente ricerca di Altro consumo sui costi delle nostre spiagge, infatti, a Viareggio, i costi per stare in uno stabilimento balneare sarebbero aumentati mediamente del 4% e per avere un ombrellone nelle prime quattro file davanti al mare sarebbe necessario pagare circa 217 euro a settimana (340 euro ad Alassio, città più cara, 150 euro a Rimini). Chissà quali sono i prezzi nelle altre località del nostro Da Tirreno.

Certo sembra che un po’ ovunque spiagge attrezzate faccia rima con spiagge salate.E a trainare il settore non possono essere solo i ricchi che possono permettersi costi enormi. barche ormneggiate da milioni di euro e case da sogno in riva al mare. Il settore deve reggersi anche, e soprattutto, con la classe media che oggi fatica a tenere il passo con lo stile di vita del passato.

E allora, magari, qualcuno avrà pensato anche di tornare alla vecchia cara formula di un tempo, quando si andava al mare in spiaggia libera, con tanto di ombrellone sotto braccio e panini fatti a casa.

Del resto, il mare e l’estate sono stati un perfetto specchio della nostra società in cambiamento, dagli anni del boom economico, a quelli tutti da bere degli anni Ottanta e dei film dei Vanzina. Un messaggio dunque anche per la politica, che anche in agosto sembra non andare in ferie ma non accorgersi di quello che sta accadendo.

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