SIENA – Il Tar del Lazio ha imposto al consolato italiano a Gerusalemme di attivarsi per il rilascio del visto a tre studentesse palestinesi della Striscia di Gaza, destinatarie di borse di studio presso l’Università di Siena.
Le giovani, Zaina, Majd e Shahad, erano rimaste bloccate a causa del conflitto in corso nella regione e della conseguente chiusura delle frontiere.
La decisione dei giudici arriva dopo la richiesta cautelare presentata dalle associazioni Yalla Study e Legal Aid, che hanno denunciato il rischio che le studentesse perdessero l’opportunità di proseguire gli studi in Italia.
Il consolato aveva infatti negato il visto, motivando la scelta con “l’impossibilità di procedere alla rilevazione delle impronte digitali e alla consegna del visto a causa del conflitto armato in corso e della conseguente chiusura delle frontiere”.
Il Tar, però, ha ritenuto che la situazione di emergenza renda “materialmente e giuridicamente impossibile seguire le normali procedure”. Per questo, i giudici hanno stabilito che l’istruttoria possa essere svolta “in modalità integralmente telematica, in virtù del Codice dell’amministrazione digitale e dei principi di leale collaborazione”.
Quanto all’acquisizione dei dati biometrici, il Tribunale ha precisato che questa fase potrà essere “rinviata o attuata in loco attraverso delegati, nel rispetto della sicurezza e della praticabilità operativa”.
Paola Cucchetti, volontaria dell’associazione Watermelon Friends Italia e di Yalla Study, che sta seguendo le procedure legali delle tre studentesse, ha spiegato: “Il Tribunale ha ordinato alle parti di dimostrare entro il 17 luglio cosa è stato fatto”.
La vicenda resta aperta, ma la pronuncia del Tar rappresenta un precedente importante per il diritto allo studio degli studenti provenienti da aree di conflitto e per la flessibilità delle procedure amministrative in situazioni di emergenza.