Una filiale degli Uffizi in Cina. A lanciare l’idea il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha individuato anche due città in particolare dove potrebbe aprire, Shanghai o Pechino. La legge italiana, ha spiegato il sindaco, già adesso «consente dei prestiti temporanei di opere d”arte, che potrebbero essere inviate per un determinato periodo in una sede fissa», ha detto «in una grande città cinese, Shanghai o Pechino, nella quale poter esporre a rotazione alcune bellezze storico-artistiche».«Come i francesi hanno fatto ad Abu Dhabi – aggiunge Nardella – noi possiamo fare ancora meglio portando gli ‘Uffizi 2’, ad esempio in una città del Sud Italia e anche all”estero, in un grande paese emergente, anzi forte e leader come la Cina dove ci sono milioni di persone che possono conoscere la grande cultura occidentale, dell’Umanesimo e del Rinascimento».

Schmidt: «Progetto di ampio respiro» «Un progetto valido, di ampio respiro, da condividere». Questo il commento del direttore degli Uffizi Eike Schmidt. «Questa proposta era emersa durante il recente tour istituzionale a Berlino – spiega Schmidt – ed io e il sindaco l’abbiamo discussa di nuovo, parlandone a lungo. Condivido quanto ha detto nelle scorse ore. Si tratterebbe di un piano da studiare e ponderare con cura e attenzione, con un grande progetto, che faccia leva non solo sul nostro grande patrimonio artistico e sul nostro nome ma anche su una vasta operazione di digitalizzazione dei nostri tesori e di valorizzazione della personalità artistica specifica che può esprimere il Paese dove si decide di ‘aprire’».

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