SIENA – Sara Pugliese potrebbe non essere l’unica. Dopo le dimissioni dell’assessore alla Cultura, anche il capo di gabinetto del sindaco, Daniele Tacconi, sarebbe in procinto di lasciare l’amministrazione comunale, come riportato l’edizione senese de La Nazione. Il passo indietro sarebbe già stato protocollato. Tacconi, libero dai vincoli amministrativi, si proietterebbe sulla Fondazione Mps, che a fine aprile dovrà nominare il presidente.

La strada verso l’ente di Palazzo Sansedoni risulta però sbarrata dallo statuto. Non una caratteristica della sola Fondazione, ma comune a tutti gli enti di questo tipo in base all’accordo del 2015 con il ministero dell’Economia. L’ultima modifica statutaria risale all’aprile 2021. L’articolo 13, comma 5, recita: “Non possono essere nominati presidenti i soggetti legati da contratti di natura subordinata o assimilabili agli Enti cui compete il potere di designazione dei componenti la Deputazione Generale, nonché i soggetti legati ai predetti Enti da rapporti di collaborazione, nonché coloro che siano cessati da tali incarichi da meno di un anno”.

In pratica, pur dimettendosi, Tacconi risulterebbe incompatibile per la presidenza, e anche per la Deputazione generale, per la mancanza del requisito temporale. La nomina potrebbe essere comunque fatta, anche se questo significherebbe poi aprire un contenzioso con il Mef. Va da sé che in ogni caso le dimissioni potrebbero avvenire solo in maniera consensuale con il sindaco Luigi De Mossi, in quanto il Comune esprime 4 voti nella Deputazione generale. E’ la soglia per l’elezione è di 11 preferenze su 14.

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