Siena capoluogo dell’area vasta toscana del Sud composta da Arezzo e Grosseto. La proposta arriva direttamente dal Governatore Enrico Rossi che in merito alla riorganizzazione delle Province in seguito alla spending review (leggi) ha le idee chiare.

La nuova Toscana secondo Rossi «La mia proposta di riorganizzazione istituzionale per la Toscana prevede la costituzione di tre aree vaste: quella del Sud, con Grosseto, Arezzo e Siena capoluogo; quella della Costa, con Massa, Lucca, Livorno e Pisa capoluogo e, infine, quella metropolitana, con Prato, Pistoia e Firenze capoluogo. Le aree vaste – ha detto Rossi – non sono una novità per la nostra regione e possono consentire una riorganizzazione di servizi e strutture andando oltre la semplice somma di più province. La Regione ha bisogno di interlocutori forti con cui discutere e agire e Siena, con la sua storia e le sue potenzialità, è un capoluogo storico che non possiamo perdere. Questo e' quanto ho proposto anche al ministro per la pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi. Il dibattito e' ancora aperto al contributo di tutti, con la consapevolezza, però, che sia necessario semplificare. Purtroppo, la riforma istituzionale del governo è una riforma a metà, che, più che soddisfare le esigenze di riorganizzazione istituzionale dell'Italia, punta ad accontentare i mercati e Bruxelles. Si sarebbe dovuto iniziare prima da una revisione del Parlamento, con il dimezzamento dei parlamentari, in linea con gli altri Paesi europei. Poi si sarebbe dovuto procedere all'unificazione dei Comuni sotto una quota dimensionale per abitante. La riforma così come è, purtroppo non servirà a nessuno».

Presidenti scettici Un intervento che giunge dopo le critiche mosse dai presidenti delle Province di Siena e Grosseto, Simone Bezzini (leggi) e Leonardo Marras che nei giorni scorsi ha scritto una lettera a Rossi e al presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci senza mai ricevere risposte, né per vie ufficiali, né per vie ufficiose. Nel documento Marras scrive: «Vi ricordo che l’articolo 17 del decreto prevede esplicitamente e incontestabilmente che il Consiglio delle autonomie locali (Cal) sia l’unica istanza legittimata ad avanzare alla Regione Toscana la proposta di riordino tenendo conto dei criteri di massima fissati dal Governo (…)La Commissione paritetica istituita dal Consiglio regionale della Toscana per avanzare la proposta di riordino delle Province è priva di ogni potere riconosciuto dalla legge e non può in alcun modo sovrapporsi al ruolo di discussione e proposta di cui è titolare il Consiglio delle autonomie locali» (leggi) .

Il pomo della discordia Il botta e risposta tra Rossi e i presidenti delle Province non è senza precedenti (leggi) . Ad inizio agosto lo stesso Rossi aveva rilanciato la sua idea di tre aree vaste per la Toscana (leggi e guarda)  incontrando anche l’approvazione del ministro Patroni Griffi che aveva detto «Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha colto perfettamente lo spirito dell'intervento sul riordino delle Province. I territori e le autonomie devono essere protagonisti di questo grande processo». Quindi alla fine chi deciderà sulla nuova Toscana?
 
 
 
 

Articolo precedenteEmergenza siccità, agricoltura in sofferenza. Già perso il 35% della produzione lorda vendibile
Articolo successivoUna chiave e un mistero da svelare, a “Cinestate” viaggio in una New York ferita dal terrorismo