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ROMA – E’ ancora una volta la Toscana la prima meta italiana per sposarsi. La conferma proviene dall’Osservatorio Destinations Weddings. Una destinazione scelta dal 21% degli intervistati. A seguire Lombardia e Campania.

Il nostro Paese è scelto soprattuto dai cittadini americani (il 29,9%), ma è l’Europa, nel suo complesso, che detiene la prima posizione (57,7%). Come evidenziato da Enit nel corso del convegno dedicato, che si è aperto oggi a Roma, per il 2022 l’Osservatorio stima in 619mila gli arrivi e in oltre 2 milioni le presenze turistiche collegate al destination wedding, producendo un fatturato stimato di 599 milioni di euro, circa l’11% in più rispetto ai livelli stimati nel 2019, ultimo anno pre-Covid. Sempre nello scorso anno, è cresciuta la quota di coppie che hanno scelto di sposarsi con rito simbolico, oggi il 54,1% del totale. Per il 2023 l’incremento stimato è di oltre 1.000 eventi in più rispetto all’anno passato, con una previsione di crescita del +9,5%.

“L’industria del wedding incide con notevoli benefici sulla filiera del comparto turistico ampliando le occasioni di scelta di un viaggio in Italia nonché la notorietà dell’immagine del brand Italia. Occorre essere pronti e potenziare il network con pacchetti all inclusive dedicati“, ha dichiarato Ivana Jelinic, ceo di Enit. “Dal Dopoguerra ad oggi i viaggiatori che hanno scelto di sposarsi in Italia sono stati gli statunitensi per poi diffondersi ovunque. Un target sempre esigente che connota l’Italia non solo come culla della cultura ma anche dei sentimenti” ha affermato Sandro Pappalardo, consigliere cda Enit.

“La ripresa del destination wedding è stata registrata in tutte le regioni italiane, grazie al forte desiderio di ricerca di scenari unici come quelli toscani, di luoghi insoliti come i trulli, e di tipicità locali come le masserie”, ha evidenziato Carlotta Ferrari, presidente di Convention Bureau Italia.

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