Tempo lettura: 2 minuti

FIRENZE – Un presunto sistema fraudolento legato alla creazione e commercializzazione di crediti d’imposta fittizi, connessi al cosiddetto “bonus facciate”.

A scoprirlo dalla Guardia di Finanza di Prato nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica pratese. L’operazione ha portato al sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro, tra immobili, mobili, un albergo, un opificio industriale, una casa e tre società di capitali.

Il meccanismo della frode

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il sistema sarebbe stato orchestrato da un imprenditore già noto per reati tributari e fallimentari, considerato l’ideatore del meccanismo fraudolento, da un prestanome formalmente intestatario delle società utilizzate per la creazione dei crediti fittizi e da una commercialista operante tra le province di Prato e Pistoia. Quest’ultima, già rappresentante legale di una delle imprese coinvolte, era incaricata della trasmissione all’Agenzia delle Entrate delle comunicazioni necessarie per la generazione dei falsi crediti.

Le indagini, avviate nel 2022 dal Gruppo Prato della Guardia di Finanza, hanno evidenziato come, attraverso la falsa attestazione di lavori edilizi mai eseguiti o solo parzialmente realizzati, il sodalizio avrebbe indotto in errore l’Agenzia delle Entrate, generando così crediti d’imposta inesistenti. Questi venivano poi ceduti a terzi in buona fede o monetizzati con il supporto di intermediari professionali.

Immobili intestati a ignari e riciclaggio dei proventi

In numerosi casi, gli immobili risultavano intestati a persone ignare, talvolta coinvolte solo formalmente tramite la sottoscrizione inconsapevole di atti o dichiarazioni predisposte ad arte. I proventi illeciti ottenuti dalla cessione fraudolenta dei crediti sarebbero stati successivamente riciclati e reimpiegati attraverso complesse operazioni finanziarie e l’acquisto di beni di lusso, immobili e auto di alta gamma, con l’obiettivo di ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme.

Sequestri e amministrazione giudiziaria

Il provvedimento di sequestro, disposto dal giudice per le indagini preliminari, ha riguardato beni immobili e mobili per 8,5 milioni di euro, un albergo, un opificio industriale e una casa per un valore di 2 milioni, oltre a tre società di capitali il cui capitale sociale ammonta complessivamente a 300.000 euro. Per le società sottoposte a sequestro sono stati nominati amministratori giudiziari.

Gli sviluppi dell’indagine

Secondo la Guardia di Finanza, i tre principali indagati sono risultati diretti beneficiari dei profitti illeciti derivanti dalla monetizzazione dei crediti fittizi. L’inchiesta, che ha coinvolto anche immobili e società nelle province di Prato e Pistoia, prosegue per accertare ulteriori responsabilità e il coinvolgimento di altri soggetti nella filiera della frode.

Iscriviti al nuovo canale WhatsApp di agenziaimpress.it
CLICCA QUI

Per continuare a rimanere sempre aggiornato sui fatti della Toscana
Iscriviti al nostro canale e invita anche i tuoi amici a farlo!