SIENA – Il compito più ingrato spettò alla città di Siena. Era il 9 dicembre 2020 quando il campione di Spagna ’82 Paolo Rossi morì all’ospedale Santa Maria alle Scotte dopo una breve malattia.

La notizia iniziò a circolare a tarda sera ed esplose solo la mattina seguente quando, sotto una fitta pioggia e un freddo pungente, i primi giornalisti cominciarono ad accalcarsi fuori dall’obitorio.

Numerosi i campioni più o meno noti che vollerò salutare Pablito, abbracciare la moglie, la giornalista Federica Cappelletti, il figlio più grande Alessandro. Poi ci furono i funerali pubblici, le cerimonie private nelle tante città italiane a cui Paolo Rossi aveva legato il suo nome e la sua carriera. Fino al suo ritorno a casa, nell’aretino, il suo buen retiro.

Da allora, però, i riflettori su Paolo Rossi, sulle sue imprese calcistiche e sulle sue opere di volontariato sono rimasti sempre accesi, tra chi ricorda le sue prodezze e chi semplicemente ricorda l’uomo, l’imprenditore, il papà.

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