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PISA – Il docente Rino Casella sarà accompagnato in aula dai colleghi al suo rientro la prossima settimana, quasi come una “scorta”, dopo l’irruzione degli attivisti pro Palestina durante una lezione di diritto comparato.

I professori del Dipartimento di Scienze Politiche, riuniti d’urgenza dal preside Andrea Borghini, hanno deciso così per «difendere l’intera università» dopo l’episodio avvenuto martedì scorso al Polo delle Piagge di Pisa, che ha visto urla, tensioni e denunce.

La protesta dei collettivi pro Palestina ha provocato una forte divisione nell’ateneo: dalla destra studentesca e politica si levano richieste di espulsione dei manifestanti, mentre le rappresentanze di sinistra accusano il docente di provocazione, evidenziando l’importanza di mantenere alta l’attenzione su Gaza. Camilla Santoro di “Sinistra per” ha escluso violenze, sostenendo che Casella avrebbe dovuto ascoltare le ragioni degli studenti, come in altre aule.

Il giorno dopo l’episodio la facoltà è stata il teatro di sit-in, confronti accesi e tensioni tra gruppi studenteschi schierati, con la Digos che ha seguito da vicino la situazione. Tra gli studenti emergono opinioni contrastanti: alcuni condannano l’interruzione delle lezioni, altri difendono i manifestanti sottolineando l’assenza di violenze nel video dell’evento. Casella ha denunciato di essere stato aggredito mentre cercava di difendere un altro studente.

La Procura di Pisa ha aperto un’indagine delegando alla Digos l’identificazione di 20 attivisti Pro Pal. Al momento non sono stati ancora formulati capi di imputazione. Si verificano parallelismi con altri episodi recenti di protesta, incluso il blocco ferroviario del 4 settembre e lo sciopero generale annunciato per il 22 settembre.

Il docente ha ricevuto solidarietà dalla ministra dell’Università Bernini e dal vicepremier Salvini, mentre il rettore Riccardo Zucchi esclude il ricorso alla polizia in ateneo, invitando a usare il buon senso e a segnalare eventuali reati alle autorità competenti. Il Senato accademico ha dibattuto a lungo sulla reazione da adottare, confermando condanna per l’episodio senza rinunciare alla solidarietà verso Casella e il sostegno alla causa palestinese.

Gli studenti Pro Pal negano ogni forma di aggressione, affermando che il loro scopo era solo quello di dare voce alla Palestina, e accusano Casella di una reazione «sionista e autoritaria». L’ex direttore del dipartimento Carmelo Calabrò ha confermato di aver visto le irruzioni, sottolineando la richiesta di Casella di allontanarsi e la mancata obbedienza dei manifestanti. L’ateneo ribadisce la sua posizione di sostegno alla Palestina ma condanna fermamente le azioni violente o non concordate.