FIRENZE – Dopo due anni di pandemia e, complice la situazione di incertezza internazionale, in Toscana non sarà una Pasqua da ‘tutto esaurito’. L’occupazione media delle strutture, secondo i dati di Toscana Promozione Turistica, dovrebbe attestarsi in Toscana al 68,2 per cento e in alcune aree e in alcuni giorni avvicinarsi e raggiungere l’80 per cento.

Sono 550 mila i pernottamenti stimati per i giorni di Pasqua nelle strutture ricettive di tutta la Toscana: turisti ancora per lo più italiani (77,2 per cento delle presenze) ma con 125 mila pernottamenti comunque di stranieri attesi, in gran parte europei  – come del resto è stato nel 2021  – con il ritorno però degli statunitensi. Tra le strutture intervistate, una su dieci dichiara la crescita degli americani: in aumento anche tedeschi, francesi, svizzeri e britannici.  Turisti sopra la media regionale nelle città e nei centri d’arte (76,1 per cento di tasso di occupazione dei posti letto), le più penalizzate nei due anni di pandemia, e nelle località termali (72,9 per cento), turisti più in albergo (72,7 per cento) che nell’extraalberghiero (62,8 per cento).  Ma i flussi non sono trascurabili neppure in collina e campagna (63,7 per cento) e sulla costa (60,3 per cento). In montagna è occupato quasi un posto su due (45,8 per cento).

Le prospettive sono più incoraggianti per maggio e giugno 2022: molti operatori, più di uno su due (il 62,7 per cento), si aspettano un consolidamento della ripresa.  Dati che fanno ben sperare. Irpet stima, nelle scenario migliore, che quest’anno si possano recuperare nove dei 17 milioni di presenze ufficiali che ancora separano la Toscana dal 2019, ovvero dai livelli pre-pandemia. L’anno scorso, nel 2021, ne erano già state recuperate 9,3 milioni rispetto al crollo di 26 milioni di presenze del 2020.  Nel primo trimestre 2022 si registra anche un saldo positivo di 4.722 posizioni nelle attivazioni nette di lavoro, superiore significatamente rispetto a quello dell’anno precedente. Negli stessi tre mesi del 2020 ne erano stati persi quasi seimila.

Ma rimane l’incertezza sulle possibili conseguenze della crisi russo-ucraino: un impatto difficile da valutare, legato a tre fattori connessi tra loro e che nella peggiore delle ipotesi potrebbe sterilizzare la ripresa. Il primo è il clima generale di insicurezza e di incertezza economica. Il secondo è costituito dall’aumento dei costi di trasporto per il caro energia, che se persisterà anche nei prossimi mesi non potrà non avere riflessi sul costo degli spostamenti a lungo raggio intercontinentali e anche su chi si sposta nel continente con il mezzo proprio. Gli europei hanno rappresentato nel 2021 il 32 per cento delle presenze turistiche in Toscana. Il terzo fattore di incertezza che potrebbe negativamente incidere sui flussi turistici è la ripresa dell’inflazione, che se perdurasse su questi livelli si tradurrebbe in una compressione sensibile dei redditi reali della grande maggioranza delle famiglie. Tutto questo al netto di un eventuale nuova emergenza autunnale sanitaria legata al Covid

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