Chiusura delle aziende, cassa integrazione per i lavoratori, occupazioni, cortei. Un bilancio preoccupante. Questo il quadro che emerge a fine 2010 sulla situazione economica attuale delle aziende in Italia. La parola crisi è sempre maggiormente frequente e i miglioramenti da più parti auspicati tardano a farsi vedere. Mentre altri Paesi sono già entrati nell’economia della conoscenza e della creatività, noi siamo immobili. Bloccati da clientelismo, inefficienze, interessi malavitosi, ottusità e miopia politica. I nostri ricercatori devono andare all’estero. Le nostre aziende assumono pochi laureati. Per sopravvivere siamo costretti a fronteggiare la concorrenza globale con precarietà del lavoro, bassi salari, delocalizzazione.


La situazione in Toscana – Anche la nostra regione non è certo esente dalla crisi. In tutte le province ci sono aziende che hanno chiuso, altre a rischio chiusura e i lavoratori in cassa integrazione o che non ricevono le mensilità. Da Piaggio a Pontedera a Ansaldo Breda a Pistoia, da Uno A Erre ad Arezzo all’ex Electrolux a Firenze, dalla Toscopan di Altopascio alla Lucchini di Piombino, dalla ex Mabro a Grosseto allo stabilimento Whirlpool a Siena, passando per la Eaton a Massa, la Trigano di San Gimignano e la Nca di Carrara, sono tutte aziende che hanno attraversato, o nella maggior parte dei casi, stanno ancora attraversando un periodo difficile dal punto di vista economico, e di riflesso i loro dipendenti. Inizia da qui il viaggio di Agenzia Impress per analizzare la situazione di crisi nelle diverse province.


Angiolo Caprai – Siena

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