decamerone«Portare in teatro la lingua di tre grandi italiani Ariosto, Boccaccio, Machiavelli, sfidando la complessità delle loro opere, per scoprire quanto ancora possiamo nutrirci delle loro invenzioni, dei loro azzardi, delle loro intuizioni. E per mostrare, con l’arte della scena, che la bellezza delle loro creazioni è un tesoro inestinguibile, a doppio filo legato a quell’altra beltà che è il nostro paesaggio italiano e le nostre opere d’arte». Scrive così Marco Baliani che, insieme a Stefano Accorsi e Marco Balsamo, ha dato vita al “Progetto Grandi Italiani: Ariosto Orlando Furioso, Boccaccio Decameron, Machiavelli Il Principe”».

Gli spettacoli Il 18 e il 19 novembre 2015 al Teatro Goldoni di Livorno alle ore 21 andrà in scena “Decamerone, vizi, virtù, passioni”, tratto dall’omonima opera di Giovanni Boccaccio. La compagnia è composta da Marco Baliani -adattamento teatrale e regia-, Stefano Accorsi, Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo, Maria Maglietta -drammaturgia-, Carlo Sala -scene e costumi-, Luca Barbati -disegno luci- e Marco Balsamo che dirige la produzione di Nuovo Teatro srl in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola. Come il Decamerone di Boccaccio narra di un gruppo di giovani, sette donne e tre uomini, che per dieci giorni si rifugiano in una villa lontana da Firenze per sfuggire all’epidemia della peste nera del Trecento, raccontandosi storie di fantasia che allontanino il pensiero della morte, così lo spettacolo, proposto dal “Progetto Grandi Italiani” reinterpreta liberamente sette delle dieci novelle che ci faranno dimenticare della progressiva morte del nostro civile sentire. Sono storie di amori passionali, erotici, storie grottesche, di paura, che rappresentano un’apertura su altri mondi possibili e rendono la realtà meno terribile. Uno spettacolo in cui verranno messe in scena le nostre virtù, i nostri vizi, le nostre passioni e mancanze, e ci ricorda quanto un’opera così lontana dal nostro mondo, possa, in realtà, essere così attuale.

di Giada Berdini

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