«Erano le 22 circa. Stavo chiudendo il portone della chiesa quando mi hanno fatto notare la presenza della Costa Concordia che sembrava ormeggiata davanti al porto. Sembrava un luna park. Avevamo visto altre navi da crociera ma non così vicine e soprattutto non mai ferme. Un’ora e mezza dopo mi hanno chiamato dicendomi “c’è la nave!”. Di primo acchito non c’ho fatto attenzione ma poi, aprendo una finestra, ho notato che la Concordia era in posizione obliqua e quindi ho capito la gravità di ciò che stava accadendo». Esordisce così don Lorenzo Pasquotti, parroco di Isola del Giglio, uno dei primi soccorritori dei naufraghi della nave da crociera ormai semi-inabissata nelle acque dell’isola dell’Arcipelago toscano.
 
Il racconto «Abbiamo deciso di aprire la nostra chiesa e le persone venivano lì da sole, prima le donne e i bambini, poi gli anziani, infine gli adulti e i membri dell’equipaggio. Erano in migliaia ed abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Per fortuna, tutte le persone che si trovavano nei paraggi di Giglio Porto hanno dato un aiuto, portando chi una coperta, chi degli abiti, chi dell’acqua, chi del cibo e delle bevande calde». Ore drammatiche, raccontate dalla voce di un pastore fiero del suo gregge (per usare una metafora cristiana) che ha visto adoperarsi una comunità intera per aprire le case, gli asili per i bambini e tutti quanti insieme impegnarsi con ogni mezzo a disposizione per cercare di riservare ai superstiti della Concordia la migliore sistemazione possibile. «Molti non hanno sentito un botto, non c’è stato un terremoto. C’è stato un passaparola continuo che ha portato tutti quanti a scendere per le vie dell’isola dando una mano, ognuno come meglio poteva. È stata un’emergenza unica,mai vista in un’isola piccola come il Giglio. La gente ha dimostrato una grande bontà e, ho avuto modo di dirlo domenica scorsa durante l’omelia, – conclude il parroco gigliese – tutti quegli oggetti portati in chiesa rimarranno lì a ricordo della grande generosità della gente del Giglio che, nel momento del bisogno, si è messa totalmente a disposizione».

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