«In Toscana, come nel resto d’Italia le carceri scoppiano ma bisogna riconoscere che una strada fatta di umanità e di rieducazione di chi ha sbagliato è stata intrapresa in questi anni, pur tra mille difficoltà. Purtroppo ora soffia il nuovo vento giustizialista di Lega e Cinque Stelle». Lo afferma il consigliere regionale di Si’ Toscana a Sinistra, Paolo Sarti. «Nel loro programma di Governo, tra i provvedimenti a costo zero, e quindi molto più facili da attuare della flat tax, c’è quella di abbattere il sistema delle misure alternative, come annunciato dal neoministro Alfonso Bonafede. Numeri alla mano, la recidiva si abbatte proprio con misure che permettano a chi ha precedenti penali, naturalmente non gravi e non pericolosi per la collettività, di rifarsi una vita, ad esempio con una formazione lavorativa. E che dire della retorica della Lega e dei Cinque Stelle sugli immigrati? Nel 2003 ogni 100 stranieri residenti in Italia (erano un milione e mezzo) la percentuale di coloro che finivano in carcere era l’1,16%. Oggi pur con un aumento degli stranieri a 5 milioni, la percentuale è scesa allo 0,39%».

«Situazione che non risponde al vero compito della detenzione» «Le parole del consigliere regionale pentastellato Andrea Quartini, che ha ricordato come le misure alternative riducono il tasso di recidiva, ci hanno fatto molto piacere, ma lo invitiamo ad ascoltare meglio quelle del suo compagno di movimento, il neoministro Alfonso Bonafede, che vanno purtroppo nella direzione opposta», aggiunge Sarti, alla luce della relazione del Garante dei detenuti, Franco Corleone e dell’ennesimo caso di suicidio, avvenuto nel carcere di Livorno. «Questa situazione carceraria ‘violenta’ – continua Sarti – appaga il senso di vendetta e non risponde certo al vero compito della detenzione in uno stato civile: un compito rieducativo (come previsto dalla Costituzione), finalizzato al reinserimento sociale, garantendone i diritti all’interno dell’istituto di detenzione. Chi pensa che il carcere sia la soluzione per eliminare i problemi del delinquere sociale non considera che solo il 5% deve scontare l’ergastolo, tutti gli altri prima o poi usciranno e 2 su 3 sappiamo dai dati che saranno destinati nuovamente a delinquere e quindi a tornare in carcere.

Le criticità evidenziate dal garante dei detenuti Il 58enne che si è tolto la vita nel carcere di Livorno era «un detenuto di alta sicurezza trasferito dal carcere di Fossombrone nelle Marche a quello toscano contro la sua volontà, adducendo la necessità di una osservazione psichiatrica. Siamo al trionfo del surreale. Si tratta di un suicidio annunciato». Così il garante regionale dei diritti dei detenuti della Toscana Franco Corleone ha espresso tutta la sua amarezza di fronte alla tragedia avvenuta nelle scorse ore. «La Toscana – ha aggiunto Corleone- non ha ancora risolto il problema dell”istituzione di sezioni adeguate per detenuti con problemi psichiatrici e non è in grado di accogliere persone con gravi problematiche da altre regioni». Il garante attribuisce una «grave responsabilità al Dap, quella di avere assunto una decisione che si è rivelata sconsiderata», e ribadisce quanto sia «indispensabile recuperare dal decreto di riforma dell”ordinamento penitenziario le misure sulla salute psichica in carcere». Corleone ha ribadito le problematiche del penitenziario, sia strutturali che di vita interna, sia nell’alta sicurezza che nella media sicurezza. Tra le priorità più volte ribadite nell’alta sicurezza la messa in funzione della cucina, gli spazi per studio e socialità, una maggiore attenzione per assicurare permessi e misure alternative; nella media sicurezza, il ripristino delle docce e poi, assicurare l’inizio dei lavori per gli alloggi della polizia penitenziaria, la ristrutturazione di due padiglioni chiusi e la riapertura di una sezione femminile. Corleone ha anche annunciato che l’11 giugno andrà in visita alle Sughere.

 

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