imagesTerritori contro. Oppure democratici in guerra. Potremmo sintetizzare così lo scontro in atto in questi giorni sui giornali (e crediamo anche nelle sedi istituzionali) con riferimento all’annuncio congiunto delle regioni Umbria e Toscana secondo il quale il tavolo tecnico avrebbe individuato la localizzazione della stazione dell’alta velocità, denominata “Medioetruria”, nelle ipotesi proposte di Creti-Farneta, nel comune di Cortona, o Rigutino, nel comune di Arezzo. Due soluzioni che sbattono la porta in faccia alle speranze di Chiusi, che da tempo si batteva per il riconoscimento. Con buona pace del “suo” consigliere regionale Stefano Scaramelli che subito si è scagliato contro il collega e compagno di partito Vincenzo Ceccarelli. «Ceccarelli può stare sereno. Sarà la politica a individuare la soluzione migliore»; e ancora «Ha sbagliato. La questione resta aperta», ha tuonato nei giorni successivi. Al suo fianco il segretario comunale del Pd chiusino, Pamela Fatighenti («Soluzione che non esiste. Scelta che favorisce zone più influenti»), il sindaco di Chiusi, Juri Bettollini, e altri sindaci della provincia compreso il primo cittadino di Siena, Bruno Valentini. Ma sono sembrati assenti dal commentare il presidente della Provincia di Siena, Fabrizio Nepi, il segretario provinciale del Pd, la neoeletta Silvana Micheli. l’altro consigliere regionale senese, Simone Bezzini, e i due parlamentari Luigi Dallai e Susanna Cenni. E forse non è un caso.

Quella che sta andando in scena, infatti, pare una prova generale dell’“Italia di mezzo” di cui parla da qualche settimana il governatore Enrico Rossi e che comprende anche l’idea della soppressione dei comuni toscani (ne rimarranno in piedi solo 50 su 278). In coerenza con questi principi, dunque, perché battersi il petto su un luogo invece che un altro? In un futuro nemmeno troppo lontano saremo tutti insieme appassionatamente senesi, aretini e grossetani. Del resto, non si parla già di area vasta per i servizi, per i trasporti, per la sanità, per i rifiuti? Non rimane allora che andare a misurare le distanze e provare a vedere quel che succede. Dalla geografia a volte si capisce meglio anche la politica.

Da un conto fatto a spanne, la localizzazione della fermata dell’Alta velocità su Creti-Farneta, ad esempio, rispetto a Chiusi, avvantaggerebbe da un punto di vista geografico circa 21 comuni sui 36 di quella che una volta era la provincia di Siena (per 2 la distanza sarebbe la stessa). Esclusi metà comuni della Valdichiana senese e quelli della zona Amiata-Valdorcia (per Montepulciano e Montalcino stessa distanza circa), per tutti gli altri Creti-Farneta è più comoda di Chiusi. Addirittura se guardiamo al numero di abitanti, maggiormente concentrati al nord della provincia, allora il favore verso Creti-Farneta sarebbe ancora maggiore. E anche con Rigutino, che però appare la scelta meno probabile, i Comuni del nord della provincia avrebbero comunque da guadagnare in termini di distanza chilometrica.

Prendendo Siena come punto di partenza, per fare i 58 chilometri per Creti-Farneta in auto i senesi impiegherebbero 40 minuti, tutti su quattro corsie senza pedaggio (bretella Siena-Bettolle per proseguire per Perugia). Viceversa per Chiusi impiegherebbero 57 minuti per 82 chilometri di distanza, se entrassero in A1 (con conseguente pedaggio) oppure 1 ore e 13 minuti per la provinciale n. 326. Persino Rigutino, in termini chilometrici, è più vicino di Chiusi. Per carità di patria non faccio il calcolo della distanza su strada ferrata. Insomma, se il tema deve essere quello della velocità di percorrenza e degli interessi complessivi di quella che un tempo era la provincia di Siena, da un punto vista geografico e demografico Creti risulta essere più “senese” di Chiusi.

renzi-leopolda-2013E mentre i comuni del sud del senese sono oggettivamente svantaggiati dalla bocciatura di Chiusi, https://tvmunchies.com/ per i sindaci di altri comuni sembra sia impazzito il Tom Tom o abbiano disattivato Google maps. Perché il sindaco di Siena Valentini, ad esempio, difende tanto la scelta di Chiusi? E lo stesso fa il sindaco di Torrita di Siena, Giacomo Grazi, che Creti-Farneta ce l’ha quasi sotto casa? E perché solo adesso si tirano in ballo le province e si dice che la senese, rispetto alla aretina è più debole politicamente, come ai tempi di Amintore Fanfani?

All’epoca governava la Dc e l’aretino era uno degli uomini più potenti d’Italia mentre la maggioranza delle istituzioni senesi esprimeva politici comunisti e dunque all’opposizione nel governo del Paese. Oggi invece sono tutti Democratici, di qua e di là dal fosso della Chiana. Anzi, sono tutti (o quasi) renziani. E sembra proprio che il problema stia lì. Quella stessa forza riformatrice che ha voluto prima la soppressione delle province, e dunque del coordinamento dei territori in una logica di compensazione tra zone più o meno svantaggiate, adesso si trova a confrontarsi con una realtà più ampia e rischia di perdere punti di riferimento. E di perdere partite importanti,deep home cleaning services anche per i propri comuni. La Leopolda renziana del 2010 si intitolava “Prossima Fermata Italia”. Dalla poesia si è passati alla più prosaica stazione di Creti. Stefano Scaramelli se ne è reso conto, sente che per lui sarebbe una sconfitta e sta chiamando tutti in difesa. Sarà anche per questo che i vertici del Pd senese e della Provincia di Siena se ne stanno in silenzio?

Ah, s’io fosse fuoco

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