di Roberto De Vivo*

De Vivo
Roberto De Vivo

Giovedì scorso l’ex sindaco Mazzoni della Stella è intervenuto lanciando un appello: «Serve una nuova classe dirigente non compromessa». Appello che rispondeva all’editoriale del giorno prima del direttore de La Nazione, Francesco Meucci, che ancora dalle colonne de La Nazione evidenziava i limiti di una classe dirigente impreparata, e non abituata a fare quadrato per conseguire un obiettivo comune, con il risultato di arrivare spesso dietro altri territori (nello specifico dietro ad Arezzo, per l’ennesima volta, oggi sulla sede legale ASL, qualche decennio fa sull’Autostrada, con la famosa “curva Fanfani”, così come in un futuro prossimo potrebbe essere sulla stazione dell’Alta Velocità).

Il tema, che ha visto successivamente prendere posizione l’onorevole Cenni e il sindaco Valentini, è ampiamente condivisibile, con interventi da parte di soggetti autorevoli, ma può valere la pena aggiungere qualche considerazione, perché se uno dei problemi di Siena è che la classe dirigente della generazione che va dai 35 ai 50 anni, è in pratica inesistente, perché è stata annientata, è utile capire perché e come ciò sia avvenuto.

Se ciascuno di noi pensa ai senesi che ha conosciuto, e che non vivono e/o non lavorano a Siena non è difficile accorgersi che vi sono persone di cultura, competenza e qualità morali notevoli, che eccellono nei rispettivi percorsi di vita e di carriera, in tanti ambiti diversi, non solo sportivi o dello spettacolo, ma anche in politica, industria, aziende private, amministrazione pubblica, università. Molti di questi però per costruire qualcosa spesso e volentieri si sono dovuti allontanare da Siena. Alcuni sono andati via perché a Siena, fatta eccezione per MPS e alcune eccellenze nel settore delle scienze della vita, non esistono aziende nazionali e multinazionali cui inviare un curriculum. Si potrebbe aggiungere che le aziende più vicine sono a Firenze (pochissime), o a Bologna, a Roma, o a Milano; e qui si potrebbe aprire il tema della carenza di collegamenti di Siena con il resto del mondo. Altre persone sono scappate perché anche inviandolo il curriculum, hanno sempre avuto la percezione netta che le opportunità di vedersi riconosciuti un merito specifico, senza l’appartenenza ad una ristretta cerchia fideistica, fossero abbastanza remote.

Resta però sul tavolo il problema che ad avere creato le condizioni attuali, di mancato riconoscimento del merito, di collegamento scarso o punto con il resto d’Italia, di assenza di una vocazione industriale che rendesse il nostro territorio indipendente da un sistema economico fondato sulla presenza della banca MPS, sono proprio coloro che negli ultimi 40 anni, sono stati classe dirigente; e che, in alcuni casi, pur con i loro limiti ed errori, vorrebbero esserlo ancora.

Così alla mia generazione, di quelli che hanno tra 35e 50 anni appunto, spetta solo la scelta tra l’attendere che i più anziani si facciano da parte e arrivi il nostro turno – ammesso e non concesso che succeda mai – o essere travolti dalle legittime ambizioni dei più giovani.

Può esserci però una terza via: smettere di chiedere permesso, in particolare a chi posto non ha intenzione di farne, anche se ha passato i 60 anni e le sue opportunità le ha avute tutte; e cominciare a pretendere sostegno, come anche offerto dall’ex Sindaco Mazzoni della Stella, con consigli, idee, progetti, proposte, perché il contributo costruttivo non è mai abbastanza e serve sempre, e da parte di tutti, soprattutto da parte di chi ha più esperienza. Questo non ci metterà al riparo da errori, o da frustrazioni, ma almeno saranno errori nuovi, commessi in buona fede da facce diverse, e lontane dai vecchi metodi, e in cui la costruzione di una classe dirigente nuova e vigorosa, non sia considerato un tabù o un rischio per il
mantenimento dei privilegi acquisiti (anche meritatamente, ci mancherebbe), ma un onore e un motivo d’orgoglio.
Questo consentirebbe di avviare e perseguire con audacia, una stagione fondata su Dialogo e Costruzione, anche all’interno del Pd, che pur con tutti i suoi difetti continua ad essere l’unico contenitore ideale e non rivendicativo.

Dialogo in tutte le sue forme: internamente al Partito Democratico per far convergere su progetti comuni le sue varie anime; dialogo con l’Amministrazione, di cui continuare ad essere pungolo e sponda, grazie al lavoro del Gruppo consiliare Pd, ma anche ai contributi programmatici recenti e futuri; e dialogo con la città e i suoi attori, dalle parti sociali, al terzo settore, per non far mai mancare un punto di riferimento che non è immune da errori, ma è lo stesso capace di sprigionare una forza costruttiva.

Costruzione, invece, riferito ai contenuti e progetti indispensabili per disegnare una visione della città e del territorio di medio-lungo periodo , come ad una classe dirigente nuova tutta da formare, fondata sul rispetto reciproco e sulla inclusione, oltre che sulla consapevolezza che lavorare per tutti, anche lontano dei riflettori, ha un valore nel tempo, che il lavoro dei singoli non potrà mai avere, anche quando i singoli lavorano ad un progetto comune e non solo per se stessi. I problemi da risolvere e le sfide da affrontare anche nell’immediato non mancano, non solo conti da far tornare, iniziative da realizzare e promuovere, e idee ancora in cantiere a cui dare le gambe.

Nessuno nega che in passato siano stati commessi errori, anche se quali e quanti è ancora discussione aperta, mentre è quasi certo che di errori se ne potranno commettere anche in futuro, ma è solo dal confronto e dall’inclusione che la democrazia si afferma e che alla politica viene restituita la sua dignità. E poiché chi fa politica in questo momento, lontano dai fasti e dalle prebende di un’epoca, che non è e non sarà mai più, non ha niente di cui vergognarsi, non possiamo permetterci di fare a meno del contributo di nessuno, fuori o dentro i circoli, nelle stanze come nelle piazze, perché chi porta il proprio contributo con spirito anche critico, ma costruttivo, è sempre il benvenuto, e per chi ha voglia di rimboccarsi le maniche lo spazio non manca.

*Membro esecutivo Pd Siena

Articolo precedenteAntiche mura e nuove visioni. Per riscoprire i valori civici che resero capitali le nostre città
Articolo successivoPaura meningite. Ragazza maremmana grave a Bologna, profilassi anche a Grosseto