FIRENZE – In Toscana l’evasione fiscale supera i 5,5 miliardi di euro all’anno, un fenomeno che sottrae ingenti risorse alle casse dello Stato e che coinvolge imprese, lavoratori autonomi e cittadini privati.
Secondo le analisi del ministero dell’Economia e delle Finanze, Agenzia delle Entrate e Istat, la principale voce di evasione è rappresentata dall’Irpef, che da sola costituisce oltre il 50% del totale, seguita da Ires e Iva. Tra le forme di evasione si annoverano anche affitti non dichiarati, mancato pagamento del canone Rai e contributi previdenziali non versati.
I settori economici più colpiti sono i servizi, il commercio, i trasporti, l’alloggio e la ristorazione, seguiti dalle costruzioni. Negli ultimi anni, l’Italia ha intensificato gli sforzi per contrastare l’evasione, con un aumento della digitalizzazione dei pagamenti, controlli fiscali più rigorosi e campagne di sensibilizzazione. Nel 2024, a livello nazionale, è stato raggiunto il record storico di 26,3 miliardi di euro recuperati dall’Agenzia delle Entrate, che salgono a oltre 33 miliardi considerando anche somme recuperate da altri enti.
In Toscana, però, la lotta all’evasione incontra ancora molte difficoltà. Negli ultimi anni si è registrato un aumento del 40% delle cause legali legate a contestazioni di cartelle esattoriali, riguardanti Tari, bolli e altre tasse, con ricorsi che hanno raggiunto un valore complessivo di 683 milioni di euro. Nonostante i controlli e le azioni legali, una parte consistente dell’evasione resta irrecuperata: dal 2000 a oggi, secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, la Toscana ha accumulato un mancato gettito fiscale di oltre 65 miliardi di euro, pari a un debito pro capite di circa 17.814 euro.
Se si considera l’intera economia sommersa, ovvero tutte le attività nascoste alle autorità fiscali, il valore supera i 10 miliardi di euro in Toscana, come evidenziato dall’ultimo rapporto Irpet sul valore economico dell’illegalità e criminalità nella regione. Di questi, circa 10,1 miliardi sono legati all’economia sommersa e 1,2 miliardi all’economia illegale, che comprende fenomeni come il narcotraffico, il caporalato e la contraffazione. Nonostante la Toscana si collochi in posizioni relativamente basse nella classifica nazionale per presenza della criminalità organizzata, permangono preoccupazioni su specifici territori e settori economici.
Le istituzioni regionali sottolineano l’importanza di mantenere alta l’attenzione e di rafforzare la collaborazione tra enti per contrastare efficacemente questi fenomeni, replicando modelli di successo come quelli attuati a Prato nel settore del lavoro sicuro. Il recupero di risorse nascoste potrebbe infatti rappresentare un contributo significativo per i bilanci pubblici e per la comunità.
In sintesi, l’evasione fiscale in Toscana resta una sfida rilevante, con un impatto economico e sociale molto pesante, che richiede interventi coordinati e continui per ridurre il sommerso e garantire equità fiscale.
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