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PISA  – Una seconda possibilità, quando sembravano non essercene altre, grazie all’affetto di una sorella e alle competenze della sanità pisana.

È la storia di Moriano Bartolini, di Badia Agnano in provincia di Arezzo, che per una complessa patologia vascolare si era sentito dire che un trapianto di rene non sarebbe stato possibile. L’alternativa era la dialisi per sempre: una condanna.

La sua famiglia però non ha accettato quel destino. La figlia Giada ha cercato, chiesto, insistito. Fino ad arrivare a Pisa, al reparto di trapianti di rene e pancreas dell’Azienda ospedaliero universitaria, guidato dal professor Ugo Boggi. A Cisanello, come accade spesso, la risposta è stata diversa: sì, proviamo. Ma con una tecnica non standard, la prima eseguita con il sistema robotico Da Vinci per un intervento di questo tipo. Una chirurgia finissima, il minimo trauma possibile, la massima precisione.

La donatrice è stata la sorella di Moriano, Debora. Il rene è stato posizionato nella stessa sede dell’organo malato, e non nella fossa iliaca come di norma: una scelta che permetterà a Moriano, in futuro, di affrontare eventuali interventi vascolari senza mettere a rischio il trapianto. Una soluzione cucita su misura, per proteggere il presente e anche ciò che potrebbe arrivare.

“Ci avevano detto che non c’era speranza – ha commentato con poche ma importanti parole la figlia Giada -. A Pisa invece abbiamo trovato ascolto, professionalità e coraggio. Mio padre oggi vive, cammina, sorride. Ha riavuto la sua vita”.