LUCCA – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha visitato oggi Lucca, accolto con applausi calorosi. La sua giornata si è aperta con la partecipazione alla cerimonia inaugurale dell’anno accademico 2025/26 della Scuola IMT Alti Studi Lucca.
Successivamente, si è recato nel Duomo per ammirare il Volto Santo, un monumentale crocifisso ligneo policromo risalente al IX secolo, tra i più antichi dell’Occidente, recentemente restaurato.
All’arrivo davanti alla chiesa di San Francesco, il Capo dello Stato è stato accolto dal sindaco Mario Pardini, dal presidente della Provincia Marcello Pierucci, dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dal prefetto Giuseppe Scaduto. Dopo la cerimonia, si è intrattenuto in un breve incontro privato con il rettore dell’IMT Lorenzo Casini, il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese e l’ex ministra della Giustizia Marta Cartabia.
In occasione del ventennale dalla fondazione della Scuola, è stato assegnato a Sabino Cassese il dottorato di ricerca honoris causa in “Cultural Systems”. Cassese ha tenuto una lectio magistralis intitolata “L’Italia repubblicana: il patrimonio della sua storia”. Prima del suo intervento, Marta Cartabia ha pronunciato una laudatio in onore di Cassese.
Successivamente, Mattarella si è recato nel Duomo di Lucca per una visita privata al Volto Santo. Si tratta di un’opera che aveva già visto nel 2017, ma che ora, grazie al restauro, ha recuperato l’aspetto originale risalente al XVII secolo. Durante la visita, il presidente è stato accompagnato dall’arcivescovo Paolo Giulietti, dal presidente del Capitolo della Cattedrale Alberto Brugioni e dal rettore Marco Gragnani, insieme al sindaco Pardini.
Parlando con i giornalisti, il sindaco Pardini ha sottolineato come Mattarella sia rimasto profondamente affascinato dalla bellezza dei capolavori d’arte conservati all’interno delle storiche mura di Lucca. In particolare, il Presidente si sarebbe soffermato sull’antichità del Volto Santo e sul suo sguardo dal forte impatto spirituale. Il restauro, eseguito in tre anni, ha restituito all’opera la policromia originaria, celata per secoli da una ridipintura scura. Gli occhi del crocifisso, descritti come ‘terribilis’, hanno riacquistato la loro straordinaria intensità.







