FIRENZE – Il caso di “Libera” torna davanti al Tribunale di Firenze, riaccendendo il dibattito sull’accesso all’autosomministrazione del suicidio medicalmente assistito.
Con un’ordinanza del 16 ottobre, il giudice aveva stabilito un termine di 15 giorni per fornire a “Libera” la strumentazione necessaria a permettere, tramite comando oculare, l’infusione endovenosa del farmaco letale. Tuttavia, nessuna delle aziende contattate è riuscita a produrre il dispositivo richiesto.
Di fronte a questo stallo tecnologico, la USL Toscana nord-ovest ha fatto ricorso al tribunale per ricevere indicazioni sui passi da compiere. I legali di “Libera”, guidati dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, hanno individuato nel Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) l’ente pubblico in grado di progettare il macchinario necessario.
Durante l’udienza del 19 novembre, il CNR ha confermato la capacità di realizzare il dispositivo, precisando che occorreranno circa 90 giorni per completarne progettazione e messa a punto. Il giudice ha quindi ordinato alla USL Toscana nord-ovest di avviare subito la collaborazione con il CNR, sostenendone i costi, mentre il CNR è stato nominato ausiliario dell’autorità giudiziaria con mandato di consegnare il dispositivo entro tre mesi.
Una volta disponibile, la strumentazione sarà consegnata a “Libera” insieme al farmaco necessario, permettendole di decidere in autonomia se e quando ricorrere al suicidio assistito.
“Ho vissuto una vita piena di amore e significato, ma ora sono imprigionata in un corpo paralizzato e sofferente, senza alcuna autonomia”, ha dichiarato “Libera”. “La legge mi permette l’aiuto medico per la morte volontaria, ma non posso agire da sola e devo aspettare altri. Chi chiede la sedazione palliativa riceve il farmaco da un medico, perché io dovrei aspettare? Ho semplicemente chiesto che la mia volontà venga rispettata. La Corte costituzionale ha rinviato la decisione al tribunale di Firenze, imponendo nuovi ostacoli e ritardi, nonostante esistano dispositivi adattabili. Ogni rinvio significa altro dolore e paura per me. Se non avrò presto il dispositivo, sono pronta a un’azione di disobbedienza civile, nonviolenta e trasparente, per far valere il mio diritto a una scelta libera e umana.”
Filomena Gallo, coordinatrice della difesa e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, ha commentato: “‘Libera’ vive in condizioni di estrema sofferenza e rischio reale di una morte improvvisa e dolorosa. Pochi giorni fa, ad Ancona, una persona è morta soffocata mentre attendeva di accedere alla morte assistita. Per evitare che si ripeta una simile tragedia, stiamo esplorando tutte le strade nel rispetto della legge. È una corsa contro il tempo”.







