LIVORNO – È scomparso all’età di 69 anni Loris Rispoli, figura di riferimento nella lunga battaglia per la verità sulla tragedia del Moby Prince.
Per oltre trent’anni, Rispoli ha dedicato la sua vita alla ricerca di giustizia per la sorella Liana e le altre 139 vittime del disastro avvenuto nel porto di Livorno il 10 aprile 1991, un evento rimasto senza una chiara soluzione sulle cause dopo 34 anni.
Rispoli è stato il volto e la voce dell’Associazione 140 – Familiari delle Vittime del Moby Prince, guidando con determinazione azioni civili, politiche e istituzionali per fare luce sulla notte drammatica. Nel 2021, colto da un infarto mentre era a casa dei genitori, ha subito tre arresti cardiaci e, nonostante i ripetuti tentativi di rianimazione, non si è più ripreso. Lascia la ex moglie, due figli e i genitori.
Tra i tanti a ricordarlo commosso, Nicola Rosetti, attuale presidente dell’Associazione 140, che ha preso il testimone da Rispoli dopo il suo malore: «Perdo un fratello, un vero combattente per la verità e la giustizia. Mi ha insegnato come si lotta contro le ingiustizie. Prometto che porterò avanti la nostra battaglia fino alla fine. Mi mancherai, fratellone».
Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, che da giornalista ha più volte incontrato Rispoli, ne traccia un commosso ritratto: «C’è un volto impossibile da dimenticare, quello di Loris Rispoli, fratello di una delle ragazze del Moby. Ricordo quando abbracciò la madre sulla banchina del porto: i suoi occhi erano lo specchio del dramma». Salvetti sottolinea come quell’incontro negli anni ‘90 sia stato l’inizio di un lungo percorso umano, giornalistico e istituzionale legato alla memoria del Moby Prince.







