«L’agricoltura toscana ha da sempre svolto un ruolo da protagonista nel coniugare agricoltura e ambiente ed è in prima linea nella sfida dell’innovazione. La Toscana rappresenta e deve continuare a rappresentare un esempio di “buone prassi” nel campo delle politiche agricole e di sviluppo delle aree rurali». Così il presidente della Cia Toscana, Luca Brunelli, intervenendo a Lucca alla prima delle due giornate della Conferenza regionale dell’agricoltura dal titolo “Obiettivo Terra. Agricoltura di qualità, innovazione, sviluppo intelligente delle aree rurali” organizzata dalla Regione Toscana. Secondo la Cia Toscana la conferenza di Lucca rappresenta è un passaggio essenziale per rilanciare il tema del rapporto tra agricoltura e politiche di sviluppo delle aree rurali, portandolo all’attenzione della politica e delle istituzioni chiamate a tutti livelli a dare risposte all’altezza delle sfide del futuro.

«Una sfida possibile, però, – ha aggiunto Brunelli sul palco di Lucca – solo se affrontiamo i problemi dell’agricoltura e delle aree rurali con impegni che vanno oltre la Pac (Politica agricole comune) ed il Psr (Piano sviluppo rurale); solo se nel nostro paese riparte una stagione di investimenti diffusi nei territori, che rivitalizzino le aree rurali sotto il profilo strutturale, infrastrutturale e dei servizi. Ma anche un un’alleanza strategica tra mondo dell’impresa ed istituzioni, puntando sull’innovazione, sui sistemi a rete, sulla riqualificazione del sistema amministrativo, sulla sussidiarietà».

Tra le sfide del futuro che attendono l’agricoltura toscana, la prima è quella del reddito ha ricordato Brunelli «La competitività delle imprese e del territorio – ha detto il presidente Cia Toscana – è l’unica strada di sopravvivenza per le aree rurali: non basta ribadire il valore del modello di sviluppo rurale di qualità della Toscana; se non si rilancia la competitività, si rischia di essere velocemente surclassati da altre realtà produttive agricole». Per arrivare ad una redditività accettabile – secondo la Cia Toscana – servono aggregazione, un’economia di scala, strategie commerciali di promozione dell’agroalimentare e una migliore valorizzazione economica e sociale dei territori.

La nuova Pac potrà essere un fondamentale strumento di sostegno all’impresa ed al presidio del territorio: «Non però accettabile una Pac che, di fatto, penalizza fortemente i territori che maggiormente contribuiscono al presidio ambientale ed allo sviluppo sostenibile – ha sottolineato Brunelli -. Per questo occorre rilanciare la Pac mantenendo l’attuale budget finanziario, anche in considerazione che non è solo una politica di settore ma puntando ad un cambiamento radicale di indirizzo. C’è necessitàdi una nuova Pac dinamica, in grado di allargare la platea dei beneficiari, superando le rendite di posizione, nel 1° pilastro come nel Psr, e di sostenere la diffusione delle conoscenze e dell’innovazione. Inoltre di una Pac effettivamente semplificata per gli agricoltori, con norme ed adempimenti proporzionati alle diverse attività e rischi, a partire dalla eco-condizionalità».

La terza sfida vincere è quella di un sistema-territorio che sia efficiente e competitivo: l’efficienza, la competitività e la qualità della vita del territorio, infatti, sono punti strategici per la sua valorizzazione, identità ed affermazione. Un nuovo dinamismo dei territori e delle istituzioni locali, a partire dalla loro interlocuzione positiva con il sistema delle imprese; ma anche un sistema amministrativo efficiente.

Sul piano delle politiche, sottolinea ancora la Cia Toscana, deve essere riconosciuto l’impegno del Governo e del Ministro su alcuni temi specifici (la tutela delle produzioni e delle filiere, le norme sul caporalato, alcuni sgravi fiscali). Tuttavia il quadro complessivo mostra una continuità delle politiche basate su un taglio della spesa pubblica “lineare” e devastante (basti pensare all’annullamento del PAR). Le politiche agricole non possono essere solo PSR. Altro aspetto è quello relativo alle grandi emergenze, che non trovano adeguate risposte, in termini di politiche e di risorse: su temi come calamità e cambiamento climatico, ungulati e L. 157, piano lupo, non abbiamo risposte.

Sul versante toscano, la Regione ha mostrato, in questi anni, attenzione all’agricoltura ed alle aree rurali. Lo stesso PRS, recentemente approvato, conferma il ruolo strategico dell’agricoltura e delle aree rurali per lo sviluppo economico e sociale della Toscana

La Regione Toscana, negli anni scorsi, ha messo in campo un’azione legislativa importante, attraverso percorsi partecipativi e di condivisione non comuni nel contesto politico generale: dalla disciplina urbanistica al tanto discusso piano paesaggistico; dalla Legge obiettivo sul riequilibrio faunistico alle norme sulla multifunzionalità (agriturismo, agricoltura sociale, bonifiche)

«Ma fare impresa agricola – ha concluso Luca Brunelli – resta un percorso ad ostacoli: bene ad esempio la nuova disciplina urbanistica ma si rischia la disapplicazione da parte di molti Comuni; sull’ambiente, c’è un labirinto di vincoli, adempimenti, scadenze di pagamento di numerosi tributi da tenere sotto controllo, al quale non si accompagna una vera ed efficace politica ambientale attiva, in grado di valorizzare e premiare i fattori ad esternalità positiva dell’agricoltura. Resta poi l’emergenza nella gestione faunistica nonostante i primi risultati siamo incoraggianti siamo ancora in emergenza. Servono infine sostegni al welfare nelle aree rurali».

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