Sugli incendi occorre uscire dalla cultura dell’emergenza ed investire nella prevenzione, programmazione e pianificazione: prevenire costa molto meno che non ricostruire. Servono più risorse per la lotta agli incendi e più investimenti nella prevenzione. Lo sottolinea il CONAF, Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali.
 
La ricetta degli agronomi «Per contrastare gli incendi boschivi – afferma Andrea Sisti, presidente del CONAF, – occorrono non solo maggiori investimenti per la lotta attiva (attività di spegnimento operata dal Corpo Forestale dello Stato, Vigili del Fuoco e corpi dei volontari AIB regionali); ma anche investimenti nella prevenzione, con campagne di educazione e sensibilizzazione, con realizzazione di opere specifiche (viali parafuoco, invasi per l’acqua), con la manutenzione della viabilità forestale e rurale, con la gestione attiva delle superfici forestali, con l’applicazione di pratiche agro-pastorali corrette, in pratica con una regolare pianificazione e programmazione del territorio».
 
Un catasto delle aree boschive nei Comuni Il bosco è un patrimonio non solo naturalistico e paesaggistico, ma è anche una risorsa economica, turistica e ricreativa e un rilevante presidio di protezione idrogeologica, e quindi di fondamentale importanza per il benessere di tutta la popolazione. Va quindi protetto con azioni costanti nel tempo – sostiene il CONAF -, e non soltanto nei momenti di emergenza per estinguere gli incendi boschivi, purtroppo all’ordine del giorno in questa torrida estate. «Il bosco è un bene vincolato dalle leggi – aggiunge Mattia Busti, dottore forestale del CONAF -;  il terreno a rigore di legge rimane boscato ancorché percorso dal fuoco e temporaneamente privo di vegetazione; i terreni percorsi dal fuoco sono vincolati alla non trasformazione per dieci anni. Esortiamo quindi tutti i comuni italiani affinché mettano in pratica il catasto delle aree boschive percorse dal fuoco, con una loro corretta e rigorosa perimetrazione, così da scongiurare ogni possibile speculazione.
 
Urgono investimenti e prevenzione Nell’ultimo anno si sono verificati numerosi eventi catastrofici: alluvioni, terremoti, incendi. «Ci auguriamo – prosegue Sisti – che il governo Monti e suoi Ministri sappiano leggere questi avvertimenti e ne tengano in grande evidenza nell’approntare i provvedimenti per la crescita dell’economia del Paese: occorre prevedere investimenti per la gestione del territorio e per la prevenzione dei rischi “naturali”. Auspichiamo una “manovra” ad hoc che investa risorse nel territorio. Dobbiamo pensare al nostro territorio come ad un organismo: se ben mantenuto ed in salute, può reagire in modo efficace ed efficiente alle avversità esterne. Uno strumento efficace e di facile attuazione potrebbe essere quello di prevedere agevolazioni fiscali per chi investe nella gestione del territorio (come ad es. crediti d’imposta, azzeramento dell’Iva); investire sul nostro patrimonio naturale e sul territorio equivale a  creare nuovi posti di lavoro e risparmi sui costi delle ricostruzioni; investiamo in opere idraulico-forestali, facciamo in modo che le industrie non inquinino, costruiamo in modo antisismico, gestiamo in modo responsabile il nostro territorio per  il benessere del paese e della popolazione».
 

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