palio_drago

Uno straordinario Alberto Ricceri detto Salasso ha portato in trionfo il Drago dopo tredici anni di digiuno. Una corsa incredibile, al di là di ogni aspettativa, con una rimonta tutta per varchi interni, nel viottolo dove contano “cuore, testa e garretti”, avrebbero detto i vecchi senesi. Un Palio bellissimo, senza alcuna caduta, senza ombre, con Oppio che ha galoppato come mai nessuno avrebbe immaginato, ottenendo il trionfo alla sua seconda apparizione sul Campo. Per Alberto Ricceri è invece il terzo alloro in diciotto Palii corsi. Usciti tutti bene in forma cavalli e fantini, con le polemiche degli “anti Palio” rimandate al mittente.

La cronaca L’ingresso ai canapi non e’ stato dei piu’ rassicuranti, con due rivali vicine di posto, soprattutto Chiocciola e Tartuca, con quest’utima nella posizione di rincorsa. E’ stato bravissimo Bartolo Ambrosione, il mossiere, a mantenere la calma, trasmettendola anche ai fantini. La mossa e’ durata una ventina di minuti, con i fantini che sono stati fatti uscire dai canapi piu’ volte per trovare la giusta quadratura strategica. In partenza e’ stata velocissima la Pantera, con Selva, Aquila e Onda vicino. Alla fonte e’ stata l’Aquila a portarsi in prima posizione, entrando in testa al primo San Martino con dietro Selva e Pantera, con quest’ultima che nella spianata si e’ portata in seconda posizione. Nel frattempo per varchi interni Salasso ha iniziato il suo capolavoro, portandosi in quarta posizone al primo Casato. Alla seconda curva di San Martino il secondo miracolo tecnico di Salasso, che e’ passato al di dentro della Pantera mettendo nel mirino l’Aquila. Salasso aveva il fuoco dentro il cuore, con la sua straordinaria voglia di rivincita che lo ha condotto all’interno dell’Aquila al secondo Casato, dove si e’ portato in testa, iniziando a riassaporare il dolce gusto della vittoria che gli mancava dall’agosto 2006, quando vinse nella Selva con Caro Amico. L’ultimo giro e’ stato di pura passarella, con le due ultime curve passate con estrema attenzione, prima del trionfo. Senza alzare il nerbo, come a dire: “Questa e’ la mia vittoria, tacete e toglietevi il cappello di fronte a Salasso, il migliore”. Non sono sue frasi queste, ma pensieri che probabilmente gli sono passati per la testa.

La contrada Capitan Fabio Miraldi e’ un contradaiolo vecchio stampo. Medico stimato trapiantato a Roma, da quest’inverno guida il suo amato Drago assieme alla giovane priora Laura Bonelli. La contrada non era molto abituata ai lunghi digiuni ed era forte la voglia di vittoria. Nella terza prova c’era stata addirittura la grande paura di non correre, con il fantino Alessio Migheli che era caduto al primo San Martino riportando un leggero infortunio, che ha costretto la contrada a chiamare Salasso. Il resto e’ storia di queste ore, con il cencio di Rosalba Parrini che sara’ coccolato vicino agli altri trentasei drappelloni del popolo di Camporegio.

Il cavallo Oppio non era uno dei barberi piu’ ambiti della vigilia. Era considerato un cavallo difficile da gestire, pur essendo molto potente. Come Salasso e’ nato a Siena, figlio di Afara, cavalla che corse un Palio nel Montone senza successo. Adesso il grigio di Giuliano Brandini e’ nella leggenda ed il suo nome sara’ scritto a caratteri cubitali nella storia del Drago e di Siena. A titolo di curiosità il vincitore e’ grigio come Zodiach, il barbero che trionfo’ nel 2001.

Il fantino Ci sono pochi aggettivi per descrivere la corsa di Alberto Ricceri, anzi uno soltanto: straordinario. Passare nelle sue traiettorie con un cavallo potente ma difficile richiedeva coraggio e sensibilita’, le sue doti migliori. Nato a Siena nel 1975 ha avuto una vita straordinaria, quasi da film, passata fra le scuderie delle campagne senesi ed i maggiori ippodromi d’Europa, da Pisa all’Irlanda nelle scuderie dello sceicco Kalid Abdullha, per poi arrivare in Francia a Chantilly, dove adesso lavora. Un giramondo incredibile, scoperto da Francesco Fusi, mangino della Giraffa che lo volle fortemente a cavallo nel 1995, dopo averlo visto montare insieme a Tonino Cossu, il primo maestro di Salasso. Il suo primo successo e’ stato proprio nella contrada biancorossa nel 2004, al quale e’ seguito il trionfo nella Selva del 2006. Il resto e’ storia presente, pagine indelebili e di una bellezza straordinaria.

Gli altri Poco da dire per il resto dei protagonisti, se confrontati alla prestazione di Salasso, che uno per uno ha infilato tutti all’interno. Nonostante questa pecca collettiva, promossi sicuramente a fine Palio Giuseppe Zedde che correva nell’Aquila, Andrea Mari (Pantera) e Tittia (Selva). Per gli altri poco da dire, non si sono visti, pagando piccoli o grandi errori oppure la differente potenza del cavallo. (Foto di Lorenzo Benocci)

Articolo precedenteSaldi al via in Toscana dal 5 luglio, ma le vendite registrano un calo del 7%
Articolo successivoMusica a Gavorrano, Melodia del Vino nella cantina disegnata da Piano