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PRATO – Un episodio sconcertante ha scosso la città: un noto spacciatore, arrestato dalla polizia e ammanettato, è riuscito a fuggire dagli uffici della Questura, mettendo in luce le criticità del sistema giudiziario e delle forze dell’ordine locali.

Il procuratore capo, Luca Tescaroli, ha commentato senza mezzi termini: “Una fuga resa possibile anche dall’inadeguatezza degli organici della pur efficiente Squadra mobile pratese, impegnata in numerose investigazioni coordinate da questo ufficio”. La vicenda riapre il dibattito sulle risorse – umane ed economiche – insufficienti per garantire sicurezza e giustizia in una realtà complessa come quella pratese.

La fuga e le polemiche
Durante la permanenza negli uffici della Squadra Mobile, nonostante le manette, Jang Bobo riesce a liberarsi e a darsi alla fuga. L’uomo è ora ricercato, ma l’episodio rilancia il tema della carenza di personale tra le forze dell’ordine e negli uffici giudiziari, una questione sollevata da anni e rimasta senza risposta da parte delle istituzioni centrali.

“Da tempo segnaliamo la necessità di maggiori risorse per garantire la sicurezza della città, ma da Roma continuano a non arrivare risposte concrete”, ribadisce il procuratore Tescaroli.

L’evasione di Jang Bobo riaccende così i riflettori su un problema strutturale che, senza interventi adeguati, rischia di minare la fiducia dei cittadini nella capacità dello Stato di garantire legalità e sicurezza.

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