FIRENZE – Cacciati dal Paradiso perché ribellatisi a Dio, trovano una nuova prospettiva, imponente, poetica, a Palazzo Strozzi nella mostra ‘Anselm Kiefer. Angeli caduti’.

Racconta, grazie al potere dell’arte di uno dei più grandi maestri tra XX e XXI secolo, con immagini e creazioni, allegorie e metafore, la storia dell’uomo. Un percorso tra memoria e presente, dove le arti, metalli, gesso, semi, piante, foglie d’oro, altri materiali, incrociano parole e frasi, interpretano lo spazio e il tempo.

Kiefer, tedesco, nel suo studio alle porte di Parigi, per organizzare il suo complesso progetto, ha ricostruito in scala Palazzo Strozzi. La mostra, a cura di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, maturata in sette anni, si snoda tra 25 opere storiche e recenti, monumentali e a misura d‘uomo, pitture, sculture, fotografie installazioni site–specific con 60 dipinti; una fusione di riferimenti, immagini e citazioni che spaziano dalla storia antica alla Seconda guerra mondiale, dalla filosofia classica alla letteratura moderna.

Si entra a Palazzo Strozzi e nel chiostro ci accoglie Englessturz, (La Caduta dell’Angelo). Questa installazione, sette metri per otto, mette in discussione il rapporto tra spirito e materia. In alto, sullo sfondo oro, un angelo, San Michele che, come recita l’Apocalisse, caccia gli angeli ribelli dal Paradiso. Conquistano la dimensione dell’essere umano con, in basso, gli abiti, trattati dall’artista, rigidi ma plasmabili.

Si sale al primo piano. Il percorso inizia con Luzifer (Lucifero): una tela monumentale da cui fuoriesce un’ala di un aereo, riferimento alla guerra. Le ali in Kiefer richiamano anche il mito di Icaro. Con Lucifero riflettono la sua natura angelica e la rovina; Icaro ricorda l’ambizione umana ed il pericolo delle sfide. Vittima della spregiudicatezza fu anche Marco Aurelio Antonino, detto Eliogabal, imperatore romano dal 218 al 222 d.C., a cui nella sala successiva, con Für Antonin Artaud: Helagabale, 2023, è dedicata la xilografia ‘Sol Invictus’, 1995.

La sala 5 è ad alta attrattiva. In alto, del piombo fuso rimanda al processo creativo; i denti alla leggenda degli Argonauti. Lo sguardo è attratto da un altro quadro luccicante con i carciofi. Il riferimento è a Cynara, una delle ninfe di cui Zeus si innamora. Non corrisposto, la trasforma in carciofo.

Fondamentale nella mostra l’esaltazione del rapporto con la letteratura e la filosofia. Alcune grandi tele rappresentano figure di filosofi antichi, da Eraclito ed Epicuro a Platone e Aristotele.
Il percorso conduce all’installazione Verstrahlte Bilder (Dipinti irradiati), un corpus di 60 dipinti che ricoprono una delle sale più grandi.

La mostra si chiude con gli esordi di Kiefer nel 1969 quando, studente all’Accademia di Belle Arti, si fece fotografare con l’uniforme da ufficiale del padre, nel tentativo di normalizzarne l’orrore. Si leggono i versi di ‘Ed è subito sera” di Salvatore Quasimodo: ricordano la precarietà della vita, l’importanza della poesia e della letteratura nell’arte di Kiefer.

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