Sono 268 gli addetti (per il 97% donne) che in Toscana hanno interrotto l’attività lavorativa dal primo marzo per l’esclusione dal processo di internalizzazione dei servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane. I segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti Toscana, convocati oggi in Prefettura a Firenze, spiegano che in realtà i lavoratori non sono stati licenziati, come preannunciato nelle scorse settimane, ma sono stati sospesi dal lavoro.

Senza stipendio e senza disoccupazione Stefano Nicoli, segretario Filcams Cgil Toscana, ha precisato che «le aziende non hanno proceduto con i licenziamenti annunciati, hanno sospeso gli addetti dal lavoro quindi ora sono senza stipendio e senza disoccupazione. E’ un paradosso, non licenziano per non pagare il ticket di licenziamento, ma stiamo cercando di capire se è una posizione possibile del punto di vista legale». Al Prefetto, ha aggiunto Nicoli, «chiediamo di intervenire nei confronti del Governo per avere una convocazione di un tavolo nazionale con tutti i ministeri interessati perché si parla di quattromila licenziamenti in tutta Italia, serve una soluzione complessiva per salvaguardare i lavoratori».

Articolo precedenteCoronavirus. Abbadia San Salvatore, ordinanza restrittiva per cittadino entrato in contatto con positivo. Attesa per i risultati del tampone
Articolo successivoCoronavirus. Firenze, chiude il Teatro della Pergola. Stop alle visite di gruppo nei musei civici